
Niqab in classe, Valditara: ‘Scuola luogo di integrazione e di valorizzazione della dignità della persona. Necessario intervento legislativo’

Un acceso dibattito si è acceso in questi giorni attorno a un istituto superiore di Monfalcone, in provincia di Gorizia, dove la dirigente scolastica ha introdotto una procedura di identificazione per le studentesse che indossano il niqab. La misura prevede il riconoscimento dell’identità all’ingresso delle classi da parte dei docenti, con l’obiettivo dichiarato di garantire la continuità del percorso di studi e contrastare l’abbandono scolastico della ragazza. Tuttavia, la decisione ha sollevato interrogativi sul bilanciamento tra sicurezza, libertà individuale e integrazione culturale.
La studentessa coinvolta nella vicenda ha espresso le proprie difficoltà nel conciliare le convinzioni religiose con le esigenze scolastiche. Durante le ore di educazione motoria, per esempio, ha deciso di svolgere solo alcuni esercizi per non esporre il proprio corpo. Ma il problema più grande riguarda lo stage formativo, dove l’identificazione personale è obbligatoria. “Se i problemi continuano, non so se resterò fino alla quinta“, ha dichiarato, sottolineando le pressioni che sta vivendo.
La vicenda ha innescato una forte reazione nel mondo politico. La Lega ha chiesto apertamente l’abolizione del velo integrale nelle scuole, definendolo un “simbolo dell’oppressione della libertà della donna”. L’europarlamentare Silvia Sardone ha annunciato un’interrogazione alla Commissione europea sul tema. Anche Marina Terragni, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, ha espresso preoccupazione, chiedendo al Ministero dell’Istruzione di garantire sia l’integrazione che la tutela della libertà delle ragazze coinvolte.
Il Ministro Valditara: “Serve una legge sul niqab”
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è intervenuto sulla questione, dichiarando: “Condivido il messaggio del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza: la scuola deve essere un luogo di vera integrazione, di relazioni umane solide e trasparenti, di valorizzazione della dignità della persona, un luogo in cui ragazze e ragazzi siano liberi di crescere armoniosamente“. Tuttavia, ha precisato che non si può chiedere ai dirigenti scolastici e ai docenti di assumersi responsabilità oltre il loro mandato, sottolineando la necessità di un intervento legislativo per regolamentare in modo chiaro la questione del niqab nelle scuole italiane.
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