Nessun taglio alla scuola: la pacca sulla spalla del M5S

Il MoVimento 5 Stelle si è sempre battuto per la scuola – ha affermato nei giorni scorsi il vice-premier Luigi Di Maio – e per tutte le persone che la vivono ogni giorno, perché è assieme a loro che costruiamo il futuro del nostro Paese.

E infatti nella legge di Bilancio non ci sarà un solo centesimo tagliato al mondo della scuola né a quello dell’università, neanche un centesimo sarà decurtato per gli stipendi dei docenti. 

Anzi, nel DEF abbiamo scongiurato il calo di retribuzione previsto dal vecchio governo individuando i fondi necessari affinché questa riduzione non ci fosse.

La qualità della scuola passa anche dalla qualità della vita degli insegnanti e non ci sogneremmo mai di fare cassa su di loro come hanno fatto in passato”.

Non si sognino, dunque, gli insegnanti italiani di chiedere aumenti stipendiali, di pretendere compensi per il loro servizio prezioso alla Patria (pardon, al paese).

Sappiano che la vita della scuola passa anche dalla qualità della loro vita personale, una vita che non ha bisogno di riconoscimenti venali.

In tanti dicono che bisognerebbe puntare sul capitale umano, e che la scuola debba quindi diventare una priorità vera non solo a parole (ma ultimamente si sentono poco anche quelle, sovrastate da altre parole d’ordine). Il nuovo Governo di inizio legislatura, quello del cambiamento, dà un altro messaggio. Stiano tranquilli i docenti, nessuno farà cassa sulla loro pelle. Forse. Ma anche se fosse, siano onorati di questa pacca sulla spalla che commuove e inorgoglisce. Non si lascino tentare dalla pernacchia di rito e, se proprio cederanno a questa insana tentazione (anche la carne dei docenti è debole), non lo facciano in pubblico, perché tutti capirebbero.