Miur: la gestione del sistema ha bisogno di una scossa

Per un’inversione di tendenza non basta attivare il servizio di valutazione nazionale del sistema educativo ed affidarne la gestione ad una Fondazione, né acquisire il monopolio della formazione in servizio del personale della scuola. Potrebbe essere velleitario, occorre invece un’azione amministrativa intensa e prolungata che solo un ministero può garantire e coordinare. Non basta scrivere le norme, bisogna applicarle, farle condividere nei contesti territoriali e scolastici, irrobustire i profili professionali dei docenti con massicci interventi di formazione in servizio del personale dirigente e docente.

Altro elemento sul quale riflettere è la possibile incidenza negativa sul sistema educativo che potrebbe avere una concentrazione di poteri e decisioni nella “Fondazione per il Merito” i cui atti deliberativi, non va sottovalutato, sono sottoposti all’approvazione del Miur solo con la formula del silenzio assenso.

Concorre a rendere non chiaro il disegno la circostanza che la fiducia posta dal Governo, in sede parlamentare sui predetti tre provvedimenti legislativi, ha sottratto una questione così delicata, quale è la costituzione della struttura nazionale di un sistema di valutazione, al confronto con le diverse espressioni politiche di maggioranza e di opposizione.

Ma andiamo in profondità. Desta dubbi e perplessità anche la mancanza di una stretta correlazione tra il riordino dell’Invalsi e dell’Indire e la non ancora intervenuta definizione delle competenze concorrenti di Stato e Regioni a causa della mancata ratifica da parte del Miur dell’Accordo quadro di attuazione del Titolo V per il settore istruzione. E’ una questione non colta o volutamente disattesa dai vertici amministrativi?