Ministro, infanzia e riforma 0 – 6

La Commissione Istruzione del Senato sta discutendo in questi giorni il disegno di legge n. 1620, proposto dal PD, per la riforma dei servizi per l’infanzia 0-6 anni.

I servizi educativi e scolastici del sistema integrato per l’infanzia – recita il ddl – sono aperti senza alcuna discriminazione a tutte le bambine e i bambini dalla nascita ai sei anni … sono servizi di interesse generale con funzione fondamentale e accesso universale….e afferiscono al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca”.

E ancora: “I servizi per l’infanzia non rientrano tra i servizi pubblici a domanda individuale … e sono esenti dal patto di stabilità.

Il ministro Giannini, nella presentazione delle sue Linee programmatiche si è calata pienamente negli obiettivi di quel ddl, affermando, tra l’altro, che “Programmazione vuol dire avere le risorse per investire sui più piccoli, ampliando le offerte per tutta la fascia dei piccoli, che oggi vede disparità inaccettabili tra le diverse aree del paese”.

Ha aggiunto che il servizio a domanda individuale (il riferimento è soprattutto per i nidi di infanzia) va trasformato in diritto educativo delle bambine e dei bambini.

Per certi aspetti è sembrato che stesse preparando l’accoglienza del nuovo servizio per l’infanzia 0-6 che, secondo il ddl, dovrebbe essere assegnato interamente proprio al suo ministero.

Secondo il ministro, la prevenzione della dispersione (attualmente intorno al 16%) comincia fin dall’infanzia. “Tutti gli studi – ha affermato – dimostrano che la dispersione si combatte a partire dai nidi di infanzia e in particolare nelle regioni obiettivo convergenza dove i dati sono allarmanti”.

Le regioni interessate sono la Puglia, la Calabria, la Campania e la Sicilia. Per queste ultime due, come ha accertato un recente studio di Tuttoscuola, la dispersione è più marcata che altrove.

È intenzione della Giannini attivare la gestione dei fondi UE per un grande piano infanzia.