Merito ed eccellenze nella scuola: direzione (forse) non sbagliata

Dopo un lungo tira e molla la riforma del merito del ministro dell’istruzione Profumo non è entrata nel riunione del Consiglio dei Ministri di venerdì scorso. Anche l’incontro programmato con le organizzazioni sindacali è stato differito, a martedì 12 giugno. La proposta, ragionevole, sembra configurare una volontà di considerare la scuola in una logica di sviluppo oltre quella di servizio pubblico essenziale. Nel mirino i passaggi che prevedono impegni di spesa ma privi di adeguata copertura finanziaria: quello rivolto al migliore studente di istituto e quello rivolto alle imprese che assumono gli studenti più bravi. Questo è il primo problema che Profumo ha davanti.

Il secondo sono i veti incrociati delle forze politiche che paralizzano, tra l’altro, le iniziative per favorire il merito e coltivare le eccellenze nella scuola. Ancora una volta registriamo, in un momento di ristrettezze economiche, molte dichiarazioni, alcune a favore altre contro che però lasciano il tempo che trovano con pochi fatti concreti. Viceversa – come da tempo sottolinea con ripetuti interventi Tuttoscuola sulla rivista cartacea “… urge uno sforzo congiunto e un modo nuovo di approcciarsi … serve una diversa ed innovativa capacità di comprendere la complessità dei problemi e di configurare e perseguire nuovi obiettivi nazionali coerenti con quelli europei”.

Si tratta di un passo tutt’altro che semplice in presenza di un contesto politico e sociale, attraversato da lacerazioni, che non è in grado di ricostruire un rapporto equilibrato tra il presente ed il futuro.

Da questa consapevolezza traggono la forza le recenti dichiarazioni di Graziano Delrio, presidente dell’ANCI, che richiama l’attenzione sul progetto di riforma della scuola di Profumo che “ha prima di tutto il merito … di mettere la scuola al centro del dibattito”. Abbiamo la necessità – aggiunge Delrio – “di sostenere la scuola per tutti,… non una scuola elitaria…. Ma abbiamo anche la contestuale necessità di promuovere il merito. Non contrapponiamo questi obiettivi, ma conciliamoli, lavorando insieme”.