Maestro unico? Gelmini non vorrebbe ma…

Il ministro Gelmini, intervenendo a “Radio anch’io” su diverse questioni della scuola, si è augurata che non sia necessario tornare al maestro unico, facendo capire che, se dovesse dipendere soltanto da lei, confermerebbe nella scuola primaria l’attuale modello di tre maestri su due classi.

Il maestro unico ha funzionato per un secolo e molto più, fino a quando nel 1990 una legge ha introdotto nella scuola elementare la pluralità di docenti con il modulo di tre maestri su due classi.

Con il maestro unico l’orario delle lezioni coincideva con l’orario di servizio dell’insegnante, come era sempre avvenuto per più di un secolo.

Prima del 1990 l’orario per alunni e maestri era di 24 ore a settimana. Con al riforma del 1990 l’orario di lezione è stato portato da un minimo di 27 ad un massimo di 30 ore settimanali, con rientri pomeridiani che hanno comportato anche servizi di mensa.

L’orario di servizio del maestro è rimasto a 24 ore, prevedendo che 22 ore fossero di insegnamento e 2 di programmazione collegiale.

Un ipotetico ritorno all’insegnante unico vorrebbe dire abbassare l’orario di lezione nelle classi di scuola primaria a 24 ore (escluse le classi a tempo pieno), facendo coincidere, come in passato, l’orario degli alunni con quello dell’insegnante (che non avrebbe più bisogno di impiegare 2 ore a settimana per la programmazione collegiale).

Sarebbe un ritorno al passato che sembra improbabile, a meno che il conseguente risparmio – quantificabile solo per la scuola primaria in un docente ogni due classi (corrispondente a circa 52 mila unità in meno) – non “ingolosisca” troppo il ministro dell’economia…