L’orario più lungo non garantisce la qualità dei risultati

Conosceremo tra qualche mese i risultati dei test di italiano e di matematica a cui sono stati sottoposti nei giorni scorsi gli alunni delle classi seconde e quinte della scuola primaria e quelli del primo anno di secondaria di I grado, sperando che gli esiti conclusivi diano prova di un significativo miglioramento dei livelli di apprendimento dei nostri alunni nel confronto con gli altri Paesi dell’UE (confronto che ci vede da tempo in posizione mediocre).

Ma c’è un problema a monte di tutto questo e che va oltre il merito delle prestazioni dei nostri ragazzi. Ci riferiamo al rapporto tra quantità di scuola e qualità degli esiti.

Verrebbe da dire, in modo un po’ semplicistico, che aumentare la quantità di scuola, misurata in ore annue di insegnamento, dia garanzia di maggior successo, e che, al contrario, togliere ore di scuola significa compromettere il diritto allo studio degli alunni. È proprio così?

Abbiamo rivisitato i dati dell’ultima rilevazione dell’OCSE (novembre 2009) sullo stato dell’educazione nel mondo, con particolare attenzione al monte ore annuo obbligatorio di lezione esistente nei diversi Paesi ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_440-2.doc ). Abbiamo circoscritto l’indagine alla scuola secondaria di I grado, perché in Italia è l’unico settore oggi con un preciso orario obbligatorio (la primaria ha la flessibilità 24-30 ore e le superiori hanno quadri orario diversi per le varie tipologie di scuola).

La media europea del monte ore annuale della scuola media è di 888 ore; quella dei paesi dell’Ocse 892. L’Italia è sopra tali medie di 100 ore annue con un monte ore di 990 ore. Un monte ore più alto ce l’hanno soltanto il Messico, il Cile e l’Olanda. La Francia è sotto di noi (966 ore annue); così la Spagna (956 ore), il Regno Unito (925), la Germania (883). La Finlandia, che nelle rilevazioni internazionali risulta sempre ai primissimi posti, ha un monte ore annuo di 777 ore; la Svezia 741.

Si può dire che non è solo la quantità di scuola che assicura esiti migliori, ma piuttosto il livello professionale dei docenti e il contesto organizzativo in cui si realizza l’offerta formativa. O c’è anche dell’altro?