L’innalzamento dell’obbligo scolastico ha fatto aumentare la dispersione

L’art. 68 della Finanziaria in discussione alla Camera prevede l’innalzamento dell’obbligo di istruzione di due anni, coinvolgendo direttamente il primo biennio degli istituti superiori.
Tra puristi dell’innalzamento dell’obbligo scolastico tout court e mediatori per una integrazione all’obbligo con percorsi e progetti paralleli, di cui è parte convinta anche il ministro della Pubblica Istruzione Fioroni che ha fatto inserire questa previsione nel testo, continua il confronto anche nelle aule parlamentari.
Tuttoscuola ha verificato l’andamento della scolarità, regione per regione, nell’ultimo decennio, registrando il numero degli alunni in ingresso nel primo anno delle superiori e andando a rilevarlo tre anni dopo, alla fine del biennio, all’iscrizione in terza, e ha scoperto che dal 1999, quando è stato introdotto nel sistema d’istruzione l’innalzamento dell’obbligo dopo la terza media, si è invertita la tendenza che aveva portato fino all’anno prima ad una costante e graduale diminuzione della dispersione.
La dispersione prima dell’innalzamento dell’obbligo era scesa gradualmente dal 18,0% al 16,1%, ma dalla scolarità del 1999 la dispersione aveva ripreso a salire, passando già nel primo anno al 16,7% per risalire gradualmente fino al 18,6% del 2004-05.
Sembra, dunque, di poter affermare che pur essendo aumentata la popolazione scolastica che si iscrive al primo anno di corso, aumenta anche la percentuale di studenti che, tra ripetenze e abbandoni, si disperdono.
Diventano quindi importanti, accanto all’obbligo di istruzione, quei percorsi e progetti di supporto previsti dall’attuale testo della finanziaria.