Legge di (in)stabilità/5. Fine della “trimurti” e della separazione confederali-autonomi

La comune opposizione alle politiche di Profumo e Monti può determinare un riavvicinamento tra le sigle sindacali dopo lo strappo dello sciopero del 12 ottobre effettuato dalla sola FLC CGIL? In verità, a giudicare dai fatti, sembra di no.

CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS e Gilda si sono compattate piuttosto tra di loro, isolando, di fatto,la FLC CGIL. Sembrano cambiare gli equilibri tradizionali del mondo sindacale, per anni ispirati dall’unità d’azione della “trimurti” CGIL, CISL e UIL e dalla separazione tra sindacati confederali da una parte ed autonomi dall’altra. La FLC CGIL, che gli altri considerano sensibile alle “affabulazioni” della sinistra radicale, sembra perseguire una propria strategia, sempre più incline se non all’antagonismo, almeno alla contrapposizione di principio, e sempre meno interessata alle necessità contingenti, all’hic et nunc. Esattamente all’opposto della strategia scelta dalle altre due confederazioni maggiori, spinte dalla difficoltà del momento alla ricerca di soluzioni praticabili e concrete. La scuola, al pari delle fabbriche meccaniche, Fiat in testa, è uno dei punti più caldi dello scontro tra queste due diverse concezioni.

Esistono gli spazi per ricomporre queste divergenze o il fronte compatto sindacale che abbiamo conosciuto nei passati decenni è ormai definitivamente alle nostre spalle?