Legge di (in)stabilità/3. La Cgil per lo scontro frontale

Se i sindacati rifiutano all’unanimità le norme scolastiche della Legge di stabilità, non c’è accordo tra di essi né sulle forme di lotta né sugli obiettivi.

Rispetto a Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda, che hanno già proclamato lo sciopero per il 24 novembre, la Flc-Cgil ha scelto una linea distinta. Nel portale del sindacato si dice che “sarebbe utile che tutte le organizzazioni sindacali promuovessero una grande manifestazione nazionale unitaria”, ma per il momento non sembra che l’organizzazione di Pantaleo, a differenza dei Cobas, intenda a sua volta confluire in quella già indetta per il 24 novembre dalle altre sigle.

La Flc Cgil appare invece sempre più orientata allo scontro frontale e a non legittimare l’attuale governo come interlocutore . “Il Governo Monti e il Ministro Profumo”, si legge sempre nel portale del sindacato, “stanno disintegrando la scuola pubblica perché vogliono che l’istruzione non sia più garantita a tutti. Stanno sconvolgendo le relazioni sociali e umiliando i lavoratori pubblici perché vogliono trasformare il lavoro in merce”.

Una vera e propria dichiarazione di guerra: “Nei prossimi giorni saremo nelle piazze con gli studenti per difendere la scuola pubblica, occuperemo uffici scolastici provinciali e regionali e siamo pronti a portare il conflitto in tutti i posti di lavoro”.