Le tesi di Draghi aprono il dibattito

Ho letto e condiviso quanto ha detto il governatore di Bankitalia Mario Draghi su scuola, istruzione, università. Risorse compresse di un Paese straordinario. C’è bisogno di aria fresca, di scardinare corporazioni“. Così il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo.
Ma a Draghi (e forse a Montezemolo) ha risposto il segretario generale della Cisl scuola con alcune precisazioni.
Secondo Francesco Scrima – che concorda con il governatore sulla necessità che si trovi unità di intenti per affrontare le sfide che i tempi lanciano alla scuola – “i raffronti internazionali in materia di istruzione e formazione sono sempre delicati e difficili perché i sistemi sono diversi e la comparazione non può fermarsi solo a indicatori nominali. Per esempio, non sono facilmente comparabili i titoli che vengono rilasciati: i nostri diplomati escono da un percorso di scuola secondaria superiore quinquennale mentre in tanti paesi europei da uno quadriennale; in Germania viene annoverato tra i diplomati addirittura chi è in possesso solo di una qualifica triennale“.
E poi la stoccata sul punto oggetto di maggiore critica: “anche il solito riferimento al rapporto alunni/insegnanti, su cui con troppa facilità si fa enfasi, va considerato e letto con attenzione“, dice Scrima.
Da noi questo rapporto è la risposta al pieno esercizio del diritto costituzionale all’istruzione e si deve misurare con la configurazione del nostro territorio; è anche conseguenza del modello inclusivo – cioè di civiltà – che noi perseguiamo (vedi integrazione, da 30 anni, di alunni diversamente abili accolti in classi normali )”.
Scrima conclude rilanciando la richiesta di un “patto sociale per la buona scuola“.