Le richieste dell’Anp per l’istruzione in Italia

Anche l’Associazione nazionale presidi lancia ai politici un messaggio e una richiesta: “un Paese che pensa nel futuro ed agisce nel passato non ha prospettive e non è in grado di darle al proprio sistema formativo“.

Il primo passo importante da compiere – dice l’Associazione di Giorgio Rembado – è quello di attuare con coerenza le scelte costituzionali adottate (Titolo V con l’autonomia delle scuole), superando la profonda contraddizione degli ultimi dieci anni tra la scelta costituzionale della sussidiarietà e delle autonomie e la pratica di un fortissimo neocentralismo.

Nel suo manifesto (www.anp.it) il sindacato dei dirigenti scolastici non chiede nuove leggi per la scuola, ma l’attuazione di poche condizioni di contesto tra cui un notevole incremento delle risorse finanziarie per le spese diverse da quelle di personale, da attribuire alle scuole su base capitaria (una quota per alunno) e sotto forma di budget indiviso.

Al sistema centrale l’Anp chiede di limitarsi ad assegnare obiettivi da raggiungere, attribuire mezzi per farlo e verificare i risultati, con le conseguenti assunzioni di responsabilità (anche in negativo) per gli operatori.

La scuola non cresce – afferma l’Anp – se non è messa in condizione di decidere e di rispondere.

In questo suo appello in chiave autonomistica l’Anp non tralascia di evidenziare la necessità di un radicale cambiamento nella formazione e nel reclutamento del personale, prevedendo sviluppi di carriera rapportati al merito e alla valorizzazione professionale.