Le mascherine FFP2 comprate dalle scuole in farmacia: non è solo una questione di prezzo

Le scuole, da molti giorni in attesa delle forniture delle mascherine FFP2 da parte della struttura commissariale per alunni e personale scolastico in auto-sorveglianza per i contagi, anziché le mascherine, hanno ricevuto nei giorni scorsi una circolare ministeriale (n. 110 del 1° febbraio 2022), dove sostanzialmente le si invita ad acquistarle direttamente.

Dal migliore offerente? No, “presso le farmacie che hanno aderito al Protocollo” stipulato tra il Governo e le associazioni di distribuzione farmaceutica, previa compilazione di una richiesta da inviare alla farmacia prescelta. L’Associazione DirigentiScuola, per voce del presidente Attilio Fratta, ha denunciato che “i dirigenti scolastici dovrebbero recarsi presso le farmacie convenzionate per ordinare le mascherine FFP2 al prezzo calmierato di € 0,75 l’una”, mentre “le stesse certificate mascherine sono vendute sulla piattaforma MEPA a € 0,20 cad. per un lotto da 6000 che è il minimo per una scuola di media grandezza”.

Quel prezzo di 0,75 euro è stato definito “calmierato” per l’acquisto da parte dei singoli consumatori. Ma le scuole non sono consumatori al dettaglio e l’acquirente finale è lo Stato che finanzia l’acquisto di decine di milioni di pezzi. E’ normale che chi acquista milioni di pezzi paghi lo stesso prezzo di chi acquista una sola mascherina, lasciando i relativi maggiori margini a chi produce e rivende?

È pur vero che, in base alla quantità richiesta, l’istituzione scolastica può ottenere dalla farmacia uno sconto sul prezzo, ma quello 0,75 euro di partenza – stabilito nel Protocollo stipulato il 4 gennaio 2022 tra il Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19, il Ministro della Salute, Federfarma, Assofarm e Farmacie Unite, al quale il Ministero dell’istruzione ha dovuto evidentemente dare seguito – non può non lasciare sorpresi: ogni scuola potrà acquistare un numero limitato di mascherine. A meno di pensare che le scuole si associno in rete per effettuare acquisti cumulativi, ma sarebbe assurdo considerando che poteva farlo il Commissario per tutti. E le farmacie potrebbero essere restie a concedere sconti significativi per quantitativi piuttosto modesti, anche considerati i tempi di pagamento da parte del Ministero dell’Istruzione, il quale, con apposito decreto, “definirà le modalità di riparto delle risorse finanziarie stanziate, necessarie alle Istituzioni scolastiche per corrispondere alle farmacie, a partire dal mese di marzo, quanto dovuto per le forniture in parola, le quali saranno trasferite alle scuole in un’unica soluzione e disciplinerà le modalità di remunerazione e di gestione dei pagamenti”. Facile immaginare che la tempistica non sarà di pochi giorni. Si vuole che ogni scuola faccia il giro di varie farmacie per spuntare qualche centesimo in meno?

Ben diverso sarebbe stato il prezzo che avrebbe potuto ottenere un unico committente per milioni e milioni di pezzi, magari con consegna inclusa presso le scuole. Senza passare per le farmacie.

0,75 anziché 0,20 o diciamo anche 0,30. C’è una bella differenza: con i 45 milioni di euro stanziati dal Governo, a 0,75 euro si potranno acquistare 60 milioni di mascherine (senza considerare i costi diretti e figurativi di cui si dovranno fare carico le scuole per gestire le operazioni, che si tradurranno in almeno 20 mila acquisti, quante sono le scuole statali e paritarie). A 0,30 euro si potrebbero mettere a disposizione delle scuole con gli stessi fondi 150 milioni di mascherine FFP2. 90 milioni di mascherine in più.

Al prezzo di 0,75 euro bisognerebbe stanziare 67,5 milioni di euro in più, per arrivare allo stesso numero di mascherine.

Per le istituzioni scolastiche si tratta peraltro di un ulteriore adempimento che va ad aggiungersi ai tanti previsti in questa fase pandemica (controlli del green pass per il personale, rapporti tesi con le famiglie, contatti con le ASL, disposizioni per le quarantene, riorganizzazione dei servizi, ecc.), senza considerare l’ordinaria e complessa amministrazione quotidiana dei servizi, appesantita in questa fase anche dal reperimento di molti supplenti. La misura prevista sembra insomma andare a semplificare l’attività della struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid Generale Figliuolo, gravando le scuole di un altro compito e le finanze dello Stato di un maggior onere.

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