L’ANP scrive a Draghi e cita Franklin

È rivolta direttamente al presidente del Consiglio Mario Draghi la lettera che il presidente della ANP Antonello Giannelli ha pubblicato sabato scorso sul sito dell’Associazione. La lettera reca la data del 13 febbraio 2021, quando il nome del neoministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, era già noto.

Il fatto che il nome di quest’ultimo non compaia in indirizzo va interpretato non certo come uno sgarbo al ministro ma come il segno della fiducia che il sindacato più rappresentativo dei dirigenti scolastici ripone personalmente nel nuovo capo del governo come massimo responsabile delle scelte strategiche, quelle di medio-lungo periodo, che incidono sulla qualità del processo educativo.

Vola alto Giannelli, che cita in proposito la massima di Benjamin Franklin secondo cui “un investimento in conoscenza paga sempre il massimo interesse”. E spiega che “la ricaduta di un investimento di questa natura si avverte anche in termini economici poiché il livello di istruzione delle persone influisce positivamente sulla loro partecipazione al mercato del lavoro, sulle possibilità di occupazione e sui redditi”, riverberandosi anche sul prodotto interno lordo.

Molti sono gli elementi di criticità indicati nella lettera del leader dell’ANP, aggravatisi con la pandemia ma evidenziati dalla ricerca socio-pedagogica e segnalati nel tempo anche da Tuttoscuola, a partire dall’analisi dei divari territoriali in termini di livelli di istruzione e di possesso di competenze che fanno della scuola italiana un “colabrodo”, come noi l’abbiamo definita.

Problemi ai quali si aggiungono l’inadeguatezza degli spazi e la pesantezza dei deficit tecnologici e infrastrutturali che impediscono di realizzare modalità di insegnamento e apprendimento che assicurino la centralità dello studente e il suo successo formativo.

Un altro fenomeno da tempo evidenziato da Tuttoscuola (https://www.tuttoscuola.com/report-di-tuttoscuola-la-grande-occasione-offerta-dal-trend-demografico-non-sprechiamola/) e segnalato nella lettera di Giannelli è quello che riguarda la denatalità in atto, “che comporterà una riduzione della popolazione scolastica di circa 1.100.000 unità da qui a dieci anni” con un decremento di circa 37.000 classi e 55.000 docenti a parità di numero medio di alunni. Una prospettiva che può favorire il reinvestimento delle risorse liberate al fine di “raggiungere due obiettivi quali il riconoscimento delle competenze e del merito dei docenti nonché l’innovazione delle prassi d’aula in chiave partecipativa e inclusiva”.

Ci sembrano obiettivi condivisibili, che dovrebbero essere accompagnati da una vision della scuola futura che ne faccia davvero “il motore di una crescita di un Paese che da troppo tempo è bloccato”, come auspica il ministro Bianchi nel suo libro “Nello specchio della scuola”, di cui si parla nella precedente notizia, e che sia fondata sul trinomio personalizzazione, digitalizzazione, inclusione.

Per approfondimenti: https://www.tuttoscuola.com/la-scuola-colabrodo-il-nuovo-dossier-di-tuttoscuola/