La Scuola che Sogniamo parla di, con e alle emozioni

in collaborazione con Trinity College London

L’importanza che le emozioni e il gioco svolgono nella dinamica dell’apprendimento non solo non è inferiore all’importanza dei requisiti cognitivi richiesti, ma è di gran lunga la cosa più importante. Una buona scuola si pone il problema del significato che l’esperienza che propone ha per la vita degli alunni, e cerca instancabilmente di collegare l’insegnamento alla motivazione, che va suscitata e alimentata instancabilmente. E’ così che Tuttoscuola vede la scuola delle emozioni, il modello presentato nell’inserto de La Scuola che Sogniamo del numero di marzo del mensile. Un numero particolare che vede la collaborazione al progetto di un partner speciale: Trinity College London.

Dal 2019, ogni mese Tuttoscuola presenta un modello e lancia un dibattito aperto tra i lettori. Racconta le esperienze già in essere, dà la parola ai protagonisti e agli esperti, raccoglie i commenti e i progetti dei lettori, ne discute in webinar dedicati. E a fine anno tirerà le somme in una pubblicazione che racchiuderà i risultati di questo comune impegno. Per realizzare insieme un sogno e per contribuire, in compagnia e dal basso, all’arricchimento culturale e professionale della scuola italiana. 

La scuola delle emozioni è appunto il modello presentato nel numero di marzo di Tuttoscuola all’interno dell’inserto La Scuola che Sogniamo in collaborazione con Trinity College London che crede fermamente che, oltre al livello comunicativo, le emozioni abbiano un ruolo fondamentale nell’apprendimento sia della lingua che della musica, considerata la forte relazione tra stati emotivi e prestazioni cognitive. Per Trinity College London, infatti, emozioni piacevoli come la gioia e la speranza determinano flessibilità di pensiero, maggiore capacità di elaborare idee e impegno nell’auto-regolamentazione e nelle strategie metacognitive, avendo un impatto sulla performance degli studenti nell’elaborazione delle informazioni e facilitando i processi di memoria a lungo termine e i compiti esecutivi.

Nel corso del mese di marzo dedicato appunto alla scuola delle emozioni, verranno dunque raccontate esperienze che hanno lo scopo di fornire ai lettori spunti che possano aiutare a costruire una buona scuola, quella che ha i tratti della comunità, e dove la centralità è data dalle relazioni tra le persone, non dalla funzionalità dei ruoli. Tra queste anche l’esperienza dell’IC Gottolengo di Brescia dove gli alunni, grazie a Trinity College London, sono riusciti a mutare emozioni inizialmente negative in postive.