La scuola che sogniamo è sostenibile: parlano i promotori della rete nazionale delle scuole green

Lunedì 5 dicembre è nata ufficialmente la Rete Nazionale delle Scuole Green, che è poi stata tenuta a battesimo dal sottosegretario Giuseppe De Cristofaro, nella Sala Aldo Moro del Miur, la mattina di mercoledì 11 dicembre. Nell’inserto de La scuola che sogniamo pubblicato nel numero di febbraio di Tuttoscuola e dedicato alla scuola della sostenibilità, incontriamo i dirigenti scolastici capofila nazionali della Rete: la prof.ssa Lucia Presilla, dell’IC “Lucio Fontana”, la prof.ssa Maria Grazia Lancellotti, del Liceo “Orazio”, e il prof. Carlo Firmani, del Liceo “Socrate”, tutti e tre di Roma.

Come è nata l’idea della Rete e quali sono le sue finalità?
Firmani: «La Rete è nata dalla presa d’atto dell’entusiasmo con cui i ragazzi hanno aderito alle iniziative dei Fridays for future e del prezioso lavoro che le scuole italiane, in tante, svolgono da tempo, ma spesso nel reciproco isolamento, non sapendo che già altre si sono impegnate sugli stessi temi e azioni, con una dispersione di energie che sono invece canalizzabili unitariamente mediante la reciproca conoscenza, programmazione e progettazione. La Rete è lo strumento che facilita tale azione e il sito è la sua leva operativa. La finalità generale è quella di raggiungere, grazie ai numeri che la scuola può mettere in campo (ad ora abbiamo circa 300 scuole in 55 province italiane: tra studenti, docenti, personale e genitori sono già oltre mezzo milione), moltissime persone per far loro conoscere, mediante buone pratiche, ma anche con un’azione culturale di più ampio respiro, i temi della emergenza climatica e, più in generale, quelli della sostenibilità ambientale e sociale, con riferimento ai goals dell’Agenda ONU 2030, che rappresenta il contesto organizzativo, di senso e di riferimento per la Rete».

Come è organizzata la Rete?
Lancellotti: «Abbiamo volutamente evitato qualsiasi tipo di struttura eccessivamente complessa o gerarchizzata. L’idea di fondo è lo scambio e l’interazione tra le scuole e tra i gruppi di scuole, riservando solo ad alcune iniziative un livello nazionale. In breve, esistono referenti i quali stringono accordi di rete con le scuole di ogni singola provincia. Questo perché riteniamo che vada tutelata la specificità dei diversi territori che, naturalmente, hanno priorità diverse e interessi particolari, fermi restando una serie di obiettivi e azioni che sono invece comuni. Tutte le scuole che aderiscono all’accordo provinciale fanno parte di diritto della rete nazionale. Si tratta di una struttura reticolare di cui le province sono i nodi nevralgici, i centri di raccolta e diffusione delle buone pratiche. A livello nazionale ci si confronta poi nell’assemblea generale di rete. Tutte le scuole green hanno pari importanza e ruolo, tutte sono chiamate a dare il proprio contributo. Gruppi di lavoro, dinamici e aperti, consentiranno di condividere esperienze e sviluppare progetti. Vogliamo, in sintesi, “mettere a sistema” tutto ciò che le scuole già fanno e creare canali di condivisione e sperimentazione».

Quali sono gli obiettivi di breve e medio termine?
Presilla: «Obiettivi della rete sono, nel breve termine, promuovere comportamenti virtuosi nelle comunità scolastiche, mettendo in comune proposte e idee, diffondendo buone pratiche, facendo economia di scala. Molteplici le attività che possono mettere in campo le scuole, dalla limitazione o eliminazione dell’uso della plastica alla riduzione del consumo dell’acqua, dai progetti incentrati sul riciclo e il riuso alle alternative sostenibili di mobilità urbana come il Pedibus e il Bike to school, dal recupero delle aree verdi agli orti didattici. L’intento è rendere l’educazione ambientale un tema trasversale a tutte le discipline, al fine di rafforzare negli studenti, ma anche nei genitori e nel personale che ruota intorno alla scuola, la sensibilità, l’impegno, la partecipazione. La Rete non solo mira alla diffusione di comportamenti proattivi e di attività didattiche incentrate sulla salvaguardia dell’ecosistema, ma si pone anche in una prospettiva di lungo periodo, puntando alla costruzione condivisa di un curricolo della sostenibilità per tutti i gradi e gli ordini di scuola».

Avete intenzione di interagire con altri soggetti? Quali e per fare cosa?
Lancellotti: «La Rete nazionale delle scuole green nasce come rete indipendente e, come dicevo prima, ha una struttura “leggera”. A livello locale le singole scuole o i gruppi di scuole possono mettere liberamente in atto progetti con enti e associazioni. Per quanto riguarda la Rete nazionale, è nostra intenzione confrontarci e interagire con altri soggetti che perseguono le medesime finalità, anche in modo strutturato e permanente, ma sempre mantenendo l’indipendenza della rete stessa che, per statuto, è una rete esclusivamente di scuole: la collaborazione con tali soggetti servirà a creare percorsi comuni in merito alla formazione, alla produzione di materiali, alla informazione e alla progettualità. Ovviamente, riteniamo un interlocutore imprescindibile il MIUR, che tanta attenzione sta prestando all’ambiente e, più in generale, agli obiettivi dell’Agenda 2030».

Abbiamo pubblicato l’intervista integrale ai promotori della rete nazionale delle scuole green nell’inserto de La scuola che sogniamo dedicato alla scuola sostenibile e pubblicato all’interno del numero di febbraio di Tuttoscuola.

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Abbiamo parlato della scuola della sostenibilità nell’inserto de La scuola che sogniamo pubblicato nel numero di febbraio di Tuttoscuola 

La scuola della sostenibilità è il modello che abbiamo presentato nel mese di febbraio all’interno del nostro progetto “La scuola che sogniamo”.

Nell’inserto pubblicato all’interno del numero 599 febbraio di Tuttoscuola, oltre a questo articolo di Italo Fiorin troverai i seguenti approfondimenti sulla scuola della sostenibilità:

– Il villaggio della terra si prepara al piano educativo globale, di Pierluigi Sassi
– La rete nazionale delle scuole green
– Accorgerci della trama invisibile che lega la nostra vita al pianeta che abitiamo, di Franco Lorenzoni
– Un’esperienza della classe 5° I di Palermo, di Alessandra Marina Dia
– La scommessa dello scientifico di Parma, di Giovanna Azzoni ed Elisa Chierici
– Per un diverso stato sociale, di Annamaria Poggi

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