La riforma in aula al Senato. Intanto si lavora sui suoi contenuti

Il ddl di riforma scolastica dovrebbe essere approvato entro la fine di questa settimana o, al massimo, entro il 12 novembre. È questa la previsione fatta dal ministro Moratti, tenendo conto del fatto che i tempi del dibattito a Palazzo Madama sono stati contingentati (in 14 ore). Poi il testo passerà alla Camera, dove non avrà vita facile.
Ma l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica si è polarizzata, in questi ultimi mesi, non sulla legge, percepita dopo tanti rinvii come un’evenienza lontana e astratta, ma sulla concreta questione della sperimentazione nella scuola dell’infanzia ed elementare, e ancora più specificamente sul tema dell’iscrizione anticipata. Minore attenzione hanno ricevuto i contenuti da sperimentare (le “indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati” e gli “obiettivi specifici di apprendimento”), che pure costituiscono il cuore del progetto. Poche analisi, pochi articoli, insomma più indifferenza che insofferenza anche da parte dei critici.
Ma nel frattempo gli alacri progettisti di Letizia Moratti non si sono fermati: già da qualche tempo circolano le “indicazioni nazionali” e gli “obiettivi specifici” della scuola media – anzi della “scuola secondaria di primo grado”, come viene ufficialmente denominata, con evidente omaggio alla tradizionale collocazione di questa fascia di scuola nel grado secondario e in polemica con la “elementarizzazione” tentata da Berlinguer. Il MIUR, “dopo aver raccolto una pluralità di indicazioni e suggerimenti, si sta apprestando alla stesura conclusiva dei testi”, secondo quanto ha dichiarato una persona ben informata, il responsabile scuola di AN.
I nuovi programmi della scuola media presentano novità degne di rilievo e di discussione. Cominciamo a parlarne, anche se per il momento si tratta di bozze ufficiose, e quindi suscettibili di radicali modifiche. “Il popolo della scuola” ha diritto di iniziare a riflettere e a dibattere anche su delle ipotesi iniziali.