La Provincia di Trento laboratorio per la riforma

Un protocollo d’intesa sottoscritto nei giorni scorsi tra MIUR e Provincia autonoma di Trento consentirà alla stessa Provincia di sperimentare già nel prossimo anno scolastico alcune delle novità contenute nel disegno di legge Moratti, nonché – aspetto, questo, particolarmente interessante – nelle proposte di organizzazione dei piani di studio formulate dal gruppo di lavoro coordinato dal prof. Bertagna. Avvalendosi delle particolari prerogative che la Costituzione le riconosce (ma che si potrebbero estendere alle Regioni a statuto ordinario in attuazione del nuovo titolo V della rinnovata carta costituzionale), la Provincia autonoma di Trento attiverà infatti, nelle scuole che aderiranno al progetto, le seguenti misure, a decorrere dal 2002-2003:
– organizzazione del primo ciclo (scuola elementare e scuola media) in quattro bienni, con il terzo caratterizzato “da una organizzazione del sapere di tipo secondario”, per favorire la continuità verticale del ciclo;
– sempre nel primo ciclo, orario obbligatorio di 24-26 ore, aumentabili fino al massimo di 35-36 ore in base alle eventuali scelte facoltative degli allievi e delle loro famiglie;
– alla fine del quinto anno, “valutazione del percorso” in luogo dell’esame di licenza elementare;
– nel secondo ciclo, “istituzione dei licei tecnologico, economico e artistico da sperimentare come evoluzione degli istituti tecnici commerciale, industriale e istituto d’arte” con la formula dei due bienni più anno terminale che conduce all’esame di Stato; anche qui l’orario obbligatorio sarà di 25-26 ore settimanali, più “attività” facoltative (anche integrate con i percorsi professionali) per un monte annuo di 150-200 ore;
– riorganizzazione dell’istruzione professionale sulla base della formula 3 + 1, con accesso alla formazione tecnica superiore; è previsto anche un quinto anno con l’esame di Stato per chi vorrà iscriversi all’università; al quarto anno potranno accedere anche gli allievi dei centri di formazione professionale, previo colloquio e bilancio delle competenze acquisite.
L’esperienza di Trento potrà tornare utile anche ai fini della definizione della normativa di attuazione del riformato titolo V delle Costituzione.