La procura di Roma stana al Virgilio le ‘mammolette’ con la droga

“Il Messaggero” ha dato ampia notizia nell’edizione di sabato dell’inchiesta, ormai conclusa, della Procura che ha individuato ventidue studenti (otto minorenni), quasi tutti del Liceo Virgilio, coinvolti nel traffico e nello spaccio di droga.

Il liceo romano di via Giulia era anche la sede principale dello spaccio con una rete distributiva che coinvolgeva altri istituti della capitale.

Come riferisce il quotidiano romano, “il gruppo dei 22 ragazzi aveva subito nel marzo 2018, un primo intervento delle forze dell’ordine. Addosso a 4 pusher erano stati trovati due chilogrammi di marijuana e duemila euro in contanti. Una quantità di droga e di soldi notevole, che aveva spinto la Procura di andare avanti fino a scoprire la rete dello spaccio che ha portato all’inchiesta ormai conclusa con esiti così allarmanti.

“Il Messaggero” riferisce anche che sempre al Virgilio un altro caso di droga, non collegato allo spaccio della baby gang, era stato denunciato ai carabinieri della stazione di piazza Farnese dalla dirigente scolastica Carla Alfano (allora reggente del Virgilio), dopo che un professore aveva sequestrato ad uno studente tre grammi di eroina.

Proprio l’Alfano era stata messa sulla graticola delle critiche interne per avere denunciato il clima di sopraffazione che un gruppo minoritario di studenti esercitava sui ragazzi del liceo, intimidendo anche il corpo docente.

La dirigente aveva anche denunciato l’uso di droga nel corso di una occupazione che aveva lasciato il segno sull’edificio (come documentato allora dallo stesso Messaggero).

Una parte dei genitori si era schierata a difesa dei ragazzi ritenendoli innocenti e la situazione si era capovolta al punto da portare sul banco degli imputati la dirigente che aveva osato oscurare l’immagine del liceo.

Ora che le mammolette del Virgilio sono iscritte sul registro degli indagati della Procura qualcuno ridarà l’onore alla dirigente Alfano e alla Presidente del Consiglio di Istituto che alcuni anni prima era stata costretta a lasciare il mandato per avere segnalato, anch’essa, la sopraffazione di una minoranza, la copertura/tolleranza di molti genitori e l’uso della droga?

Quando si parla di corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia occorre richiamarsi a comportamenti rigorosi e di vera responsabilità da entrambe le parti, altrimenti si rischia di mitizzare un rapporto che alla prova dei fatti – come succede al Virgilio e in altre scuole – sembra essere ancora all’età della pietra.