La differenza sostanziale tra tempo pieno e tempo prolungato

Nel monitoraggio delle Indicazioni, il cui commento sugli esiti finali è stato pubblicato a fine settimana dal Miur (www.istruzione.it), la scuola secondaria di I grado ha confermato di praticare maggiormente le Indicazioni per il Curricolo (Fioroni) rispetto a quelle Nazionali (Moratti).

Il 38% delle scuole medie ha detto di praticare “molto” le Indicazioni Nazionali, mentre il 53% ha dichiarato di praticarle “abbastanza”.

Nel campo opposto le Indicazioni per il Curricolo sono applicate “molto” nel 49% delle scuole: una differenza di oltre 10 punti percentuali rispetto alle Indicazioni nazionali.

Il monitoraggio ha messo in evidenza anche altri aspetti di un certo interesse che riguardano elementi di organizzazione del servizio.

Nel commento predisposto dal gruppo di esperti del Miur e dell’Ansas che hanno condotto la rilevazione vengono messe a confronto le situazioni territoriali del tempo scuola della secondaria di I grado con quello della scuola primaria: tempo prolungato da una parte e tempo pieno dall’altra. Ebbene, come Tuttoscuola aveva da tempo rilevato, non vi è correlazione tra l’uno e l’altro tipo di organizzazione. Al tempo pieno della primaria non fa seguito come sarebbe logico il tempo prolungato della secondaria di I grado. Anzi, si verifica spesso che dove non vi è tempo pieno prospera spesso il tempo prolungato in termini di non sequenza logica sul piano sociale (domanda di servizio) e sul piano organizzativo.

Al Sud e nelle Isole vi sono più classi a tempo prolungato che a tempo pieno. Nel tempo pieno prevale la domanda, nel tempo prolungato l’offerta; ciò significa che quest’ultimo è spesso il risultato più delle esigenze occupazionali che della richiesta sociale.