Istruzione tecnico-professionale: le preoccupazioni delle Regioni

Il decreto legge del 25 gennaio 2007, in corso di conversione alla Camera, prospetta come noto una nuova articolazione del secondo ciclo di istruzione secondaria, costituito dal sistema dei licei, degli istituti tecnici e istituti professionali e da quello dell’istruzione e formazione professionale.
Esso prevede inoltre la possibilità di attivazione di poli tecnico-professionali e introduce una nuova realtà denominata “istituti tecnici superiori”. In tal modo sembra si venga a creare una nuova “istituzione” afferente all’ambito dell’Istruzione nel contesto dell’istruzione e formazione professionale, che – ricordiamolo – è oggi di esclusiva competenza regionale.
Queste decisioni hanno destato preoccupazione nelle Regioni, che hanno chiesto di interloquire con il Governo e con il Parlamento sui nodi problematici per prevenire una situazione di incertezza, di sovrapposizione di competenze, di confusione nel sistema che potrebbe sorgere sia per gli aspetti normativi che di attuazione.
Tra molte resistenze sembra che si stia consolidando la consapevolezza che solo un dialogo ampio ed aperto del Governo con tutte le componenti istituzionali (Parlamento, Regioni, etc.) può favorire l’individuazione di punti d’intesa per garantire chiarezza e coerenza nel rispetto del quadro di competenze disegnato dal Titolo V della Costituzione.
Sotto questo profilo è chiara la posizione espressa dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni nella seduta del 15 febbraio scorso di voler incontrare il Governo per un approfondimento delle questioni che emergono dalla lettura congiunta del decreto legge 25 gennaio 2007 e del disegno di legge collegato.