Istruzione e formazione professionale. Che fare?

Con gli ultimi decreti e il relativo avvio della sperimentazione del secondo ciclo sin dal 2006 è presumibile che si interromperanno del tutto i deboli canali di comunicazione che ancora erano aperti con quella parte dell’opposizione finora contraria all’abrogazione pura e semplice dei provvedimenti targati Moratti.
Un punto a favore per i sostenitori dell’abrogazione? Certo, questo composito schieramento oppositivo è, per ora, unito solo dal ‘no’: no a tutto ciò che è stato disposto dal ministro Moratti, senza se e senza ma. Sul che cosa fare dopo, però, si riaprono le discussioni che si sono accese in questi anni, perlomeno da Berlinguer in avanti.
Paradossalmente, nell’attuale opposizione, si ritrova chi vorrebbe incrementare ancora di più la licealizzazione statalista della Moratti, eliminando l’istruzione e la formazione professionale delle Regioni per spingere tutti, proprio tutti i giovani al liceo fino a 18 anni, e chi invece intende riprendere il disegno per ora sconfitto della legge n. 53/03: due percorsi di pari dignità, tra loro interconnessi, che sdrammatizzino la scelta tra l’uno e l’altro a qualsiasi età avvenga perché tra loro davvero equivalenti. Vedremo un nuovo dibattito tra giacobini e sostenitori del buon senso, tra comunisti e riformisti anche dopo le elezioni?
Una cosa è certa: ancora una volta a pagare è il Paese, la scuola, i giovani.