Invalsi/3. Anche negli USA dibattito aperto

Secondo Diane Ravitch, nota docente americana di storia dell’educazione, già collaboratrice del presidente George Bush padre e del suo successore Bill Clinton, nonché sostenitrice del progetto di George Bush figlio No Child Left Behind e delle Charter Schools, l’uso dei test per valutare le scuole e gli insegnanti si è rivelato un fallimento.

Lo ha sostenuto, sorprendendo coloro che ne conoscevano le precedenti posizioni, favorevoli ai test, in un libro del 2010 diventato rapidamente un best seller negli USA, dall’esplicito titolo The Death and Life of the Great American School System: How Testing and Choice Undermine Education.  

L’approccio della Ravitch al tema è empirico, e riguarda in particolare le Charter Schools, scuole gestite da enti e fondazioni, nate spesso sulle ceneri di scuole pubbliche chiuse sulla base dell’esito negativo dei test condotti sull’apprendimento degli allievi. La studiosa cita un’importante ricerca realizzata negli USA su questa tipologia di Charter Schools in base alla quale solo il 17% di esse avrebbe ottenuto risultati migliori di quelli conseguiti dalle scuole pubbliche, il 46% uguali e il 37% addirittura peggiori.

Rendere i test più difficili, stabilire obiettivi irrealistici e punizioni draconiane come la chiusura delle scuole, privatizzare le scuole pubbliche convertendole in Charter Schools, tutto questo non serve. La sua conclusione è secca: “Il migliore predittore di future scadenti prestazioni scolastiche è la povertà, non i cattivi insegnanti”.