Invalsi/2. Valutare per risparmiare?

La nomina di Piero Cipollone, cioè di un economista di provenienza Bankitalia, a presidente dell’INVALSI, era stata fatta dal precedente governo malgrado egli non fosse risultato il più votato nella graduatoria predisposta da una apposita commissione ministeriale per scegliere i tre membri del comitato di indirizzo dell’Istituto (il più votato era stato Giorgio Allulli, che poi però non era stato inserito tra i tre nominati da Fioroni).

La cosa era stata diffusamente interpretata come una manifestazione di attenzione, da parte dell’allora titolare di viale Trastevere, verso il suo collega di governo Tommaso Padoa Schioppa (con il quale aveva collaborato alla stesura del Quaderno bianco sulla scuola) e verso il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, presso il cui Ufficio studi Cipollone svolgeva la sua attività.

Entrambi avevano posto più volte l’accento sulla necessità di migliorare la qualità della spesa per l’istruzione. mettendo l’accento il primo (Padoa Schioppa) sulla riduzione e riqualificazione dei costi e il secondo (Draghi) sull’innalzamento dei livelli di apprendimento degli allievi, soprattutto del Sud. La scelta di Cipollone, confermata dall’attuale governo, recepisce in sostanza i citati obiettivi: la valutazione di sistema va finalizzata al miglioramento della qualità della scuola. Da lui ci si attende la soluzione dell’equazione minori costi/migliori risultati.

L’interessato fa peraltro sapere di non intendere il suo ruolo come quello di una specie di curatore fallimentare, chiamato a tagliare drasticamente i costi. Intervenendo ad un seminario dell’ADi poco prima delle elezioni aveva detto: “Si dice sempre che questo Paese spende molti soldi in istruzione per studente, ed è vero. Se fossi ministro delle Finanze probabilmente direi ‘Bisogna tagliare il numeratore’, cioè quanto si spende per ogni studente. Come economista dico che c’è un modo alternativo di ragionare. Si può aumentare l’efficienza della spesa se, con quegli stessi soldi, si ottiene di più in termini di preparazione dei nostri ragazzi. Questa è la strada che noi dobbiamo imboccare“.

Non c’è ragione di pensare che, cambiata la maggioranza e il governo, Cipollone abbia cambiato idea, anche se le misure contenute nel decreto legge 112 prevedono che solo il 30% del risparmio preventivato nella spesa per la scuola resti nella disponibilità del ministero dell’istruzione. Sempre più difficile…