Invalsi 2014/2. Standardizzazione vs. personalizzazione? Non è detto…

Tra chi ha cercato di cavalcare la protesta contro i test Invalsi, traducendola in iniziativa politica, c’è il Movimento 5 Stelle. E il peso parlamentare di questo soggetto politico è rilevante, e potrebbe giocare un ruolo importante (come è già accaduto in qualche caso) nella dialettica tra le altre forze politiche, alle quali pure il M5S dichiara di contrapporsi frontalmente.

I deputati M5S in commissione Cultura, Scienza e Istruzione hanno definito “l’ondata di proteste rispetto ai test Invalsi assolutamente legittima e motivata, alla luce del fatto che il sistema valutativo, così com’è impostato, ha troppe lacune. Noi siamo contrari a un modello a carattere aziendalistico e asettico come quello attuale, mentre al centro della valutazione dovrebbe esserci lo studente, con le sue difficoltà e le sue qualità”.

La tesi dei pentastellati è che “la standardizzazione dei test Invalsi, tra l’altro, inspiegabilmente si contrappone anche alle recenti direttive ministeriali, che valorizzano l’inclusione e i bisogni educativi speciali (Bes) dei singoli alunni. In maniera del tutto schizofrenica, da un lato si impone al docente di ricorrere ad una didattica personalizzata che tenga conto delle necessità del singolo ma, dall’altro, gli si richiede di sottoporre l’allievo ad una valutazione tramite test standardizzati”.

Una contraddizione che, a loro avviso, andrebbe eliminata rinunciando ai test standardizzati in favore di “una maggiore presenza di figure professionali specifiche, che comprendano anche gli insegnanti di sostegno”.

Nell’ottica un po’ manichea del M5S (seguito in questo da frange del sindacalismo movimentistico autonomo) standardizzazione e personalizzazione si contrappongono in modo da essere alternative l’una all’altra. Ma è davvero così? Diremmo di no, perché i test standardizzati (che si fanno ormai in tutto il mondo) servono a misurare in una logica di valutazione sommativa i livelli di apprendimento di alcune competenze di base di grandi masse di studenti al fine di migliorarli con opportune policies di livello nazionale e strategie didattiche mirate a livello delle singole scuole. Mentre la personalizzazione della didattica si pone sul terreno della valutazione formativa riferita a singoli individui o a piccoli gruppi. Si tratta di approcci diversi, con scopi diversi, ciascuno dei quali non esclude l’altro.