
Indicazioni Nazionali, Cisl Scuola: ‘Necessario un confronto’

L’annuncio delle nuove Indicazioni Nazionali fatto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente catalizzato l’attenzione di media e istituzioni scolastiche. Nell’intervista rilasciata nei giorni scorsi a Il Giornale e in successive dichiarazioni, il ministro ha dato alcuni spunti su ciò che una commissione di esperti sta preparando da mesi, sotto il coordinamento della professoressa Loredana Perla. Tuttavia, la discussione che ne è seguita ha sollevato numerosi interrogativi, soprattutto riguardo al metodo utilizzato per annunciare questi cambiamenti e alla necessità di un confronto più solido e strutturato sul tema. Alla questione è dedicato il corsivo della newsletter della Cisl Scuola.
Il contenuto dell’intervista, seppur di grande interesse, è stato giudicato dal sindacato di Ivana Barbacci insufficiente per avviare un dibattito veramente aperto e informato. Una delle principali critiche, avanzata anche da noi di Tuttoscuola, è che l’annuncio non sia avvenuto in modo adeguato per una questione tanto cruciale. Per la Cisl Scuola non basta un’intervista giornalistica o televisiva per discutere di tematiche che toccano direttamente il cuore del sistema educativo italiano.
Questa osservazione non fa che rafforzare una posizione già espressa a giugno 2024 dalla CISL Scuola e dall’IRSEF IRFED, che avevano richiesto una proposta più concreta e definita da parte della commissione, per avviare un confronto proficuo. La critica non riguarda solo l’assenza di un documento chiaro, ma anche il rischio che il dibattito diventi sterile, se non addirittura fuorviante, a causa di indiscrezioni e dichiarazioni non ufficiali.
Tra i temi emersi nell’intervista del Ministro, quello che ha suscitato maggiore dibattito riguarda l’introduzione facoltativa del latino nella scuola secondaria di primo grado. Sebbene tale proposta sia stata presentata come una risposta al fenomeno dell’analfabetismo di ritorno, è difficile vedere come questa misura possa effettivamente risolvere il problema. La questione dell’insegnamento della storia, poi, ha sollevato preoccupazioni in merito a un possibile approccio che metta in discussione l’importanza di un’educazione incentrata sulla cittadinanza globale, sull’inclusione e sull’intercultura, principi che sono parte integrante delle attuali Indicazioni Nazionali.
La necessità di mantenere un impianto educativo che rispetti i valori costituzionali e promuova una visione interculturale e inclusiva è ribadita anche dalle osservazioni di esperti come Giorgio Caravale, che su Il Foglio ha ricordato come la storia e la cultura italiana siano da sempre intrecciate con quelle di altre nazioni e popoli. Un approccio più aperto al passato, secondo Caravale, è essenziale per comprendere il presente e prepararsi ad affrontare le sfide del futuro, anche in un mondo sempre più globalizzato.
Nel frattempo, resta la domanda: quando arriverà una proposta più articolata e ufficiale su cui confrontarsi? Senza una base concreta su cui misurarsi, è difficile che il dibattito possa evolvere in modo costruttivo. La CISL Scuola e l’IRSEF IRFED, nelle loro risposte alla commissione, avevano già sottolineato l’importanza di partire da una proposta precisa, in modo che il confronto potesse svilupparsi in modo serio e trasparente. In attesa di questa proposta, rimane intatta la valutazione positiva delle attuali Indicazioni Nazionali.
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