La nuova frontiera dell’inclusione/1. Un testimone del tempo

Giuseppe Bertagna, docente di pedagogia generale e sociale nell’università di Bergamo, prolifico autore di instant book sulla politica scolastica (oltre che di ponderosi studi in campo pedagogico), è certamente, tra gli studiosi contemporanei di tematiche educative, quello che ha vissuto più da vicino e dall’interno la gran parte delle vicende della scuola italiana degli ultimi decenni: dalle proposte della commissione Brocca sulla riforma della secondaria superiore, di cui fu membro autorevole (1988-1992), alle riforme di Letizia Moratti (2001-2006), della quale fu il consigliere più influente, anche se non sempre ascoltato, alla collaborazione con l’assessore all’istruzione della Regione Lombardia Valentina Aprea (2012-2018), all’attuale incarico (non formalizzato, precisa lui), di consigliere del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara.

Per questo il libro da lui tempestivamente pubblicato, in libreria in questi giorni, intitolato “Per una scuola dell’inclusione. La pedagogia generale come pedagogia speciale” (Edizioni Studium, gennaio 2023), appare di particolare interesse: non tanto – o non solo – per le erudite argomentazioni teoriche sviluppate a sostegno della ridefinizione della figura e del ruolo dell’insegnante di sostegno quanto per le proposte di riforma complessiva degli ordinamenti della scuola contenute nell’ultima parte del volume,  che appaiono sintonizzate (o comunque compatibili) con alcune delle dichiarazioni rilasciate dal ministro Valditara nelle poche settimane trascorse dall’insediamento del governo Meloni (22 ottobre 2022).

Di queste proposte, che potrebbero almeno in parte entrare nell’agenda politica del governo, diamo conto nella notizia successiva. Concludiamo la presentazione del profilo politico-culturale del Bertagna pedagogista segnalandone il particolare impegno sul tema dell’inclusione degli alunni più fragili. Nell’introduzione del libro citato, intitolata “La forza della debolezza umana”, compare una citazione del pedagogista russo Lev Vigotsky che offre una chiave interpretativa del pensiero dello stesso Bertagna: “Probabilmente l’umanità prima o poi sconfiggerà la cecità, la sordità o la debolezza mentale. Ma le sconfiggerà molto prima sul piano sociale e pedagogico che sul piano medico e biologico. È possibile che non sia lontano il giorno in cui la pedagogia si vergognerà del concetto stesso di ‘bambino deficitario’, come definizione di un’insufficienza insuperabile della natura… Da noi dipende che il bambino cieco, sordo e mentalmente debole non siano deficitari. Allora sparirà questo concetto segno sicuro del nostro deficit. Deficit, in questo caso, antropologico, quindi pedagogico”.  Ma, aggiungeremmo, anche politico. E qui interviene il Bertagna consigliere dei politici.

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