In Puglia mezzo milione di alunni a casa e 745mila ore a settimana perse in presenza

L’aumento dei contagi è coinciso quasi con la ripresa dell’attività scolastica e ciò ha convinto qualcuno, come ad esempio il governatore della Puglia, Michele Emiliano, che la scuola costituisca un luogo favorevole allo sviluppo del Covid – 19. Da qui la sua decisione di sospendere da domani, 30 ottobre, le lezioni in presenza per tutte le scuole del primo e del secondo ciclo nella regione. Una simile decisione, successivamente ridimensionata, era stata assunta nei giorni scorsi da un altro governatore di una regione meridionale, Vincenzo De Luca, anch’esso esponente del PD, come Emiliano. La drastica decisione pugliese è destinata a creare polemiche e divisioni anche all’interno della stessa maggioranza di Governo, a cominciare dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, tenacemente decisa a difendere la didattica in presenza. Oltre alle prevedibili polemiche, la chiusura delle scuole pugliesi potrebbe dare il via anche a decisioni simili da parte di altri governatori regionali. Senza voler considerare l’impatto sociale di tale decisione che pone molte famiglie degli alunni più piccoli in notevoli condizioni di disagio organizzativo per l’assistenza, e senza nemmeno considerare la difficoltà di partecipazione all’attività didattica a distanza per assenza di banda larga o addirittura di mancanza di strumentazione idonea, quali effetti avrà la decisione?

Tra plessi scolastici, scuole e istituti statali saranno 1.682 le sedi scolastiche che non accoglieranno alunni, anche se presumibilmente ospiteranno ugualmente i 47.782 insegnanti che da scuola attiveranno la DAD per i loro alunni.

Nelle scuole statali rimarranno chiuse quasi 24 mila classi (esattamente 23.935) dove fino ad oggi era presente circa mezzo milione di alunni (esattamente 494.368). Ma anche nelle 82 scuole paritarie, frequentate da circa 7 mila alunni, le lezioni in presenza saranno sospese.

Oltre mezzo milione di alunni pugliesi, dunque, dovranno rimanere a casa. 

Complessivamente in una sola settimana di chiusura non verranno svolte 745.790 ore di lezioni in presenza con il rischio, molto concreto, che in remoto non tutti gli alunni riescano a fruirne.

Quante ore di lezione verranno in ogni caso erogate online? E tutti i docenti sono adeguatamente formati per realizzare lezioni in grado di catturare l’attenzione degli studenti, sfruttando le potenzialità offerte dalla tecnologia?
Passa anche dalla risposta a questi interrogativi il fatto che questa situazione di emergenza non si trasformi in lacune incolmabili negli apprendimenti degli studenti.

 

 

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