Il voto di condotta non fa media

Il Consiglio dei Ministri venerdì scorso ha approvato in prima lettura lo schema di Regolamento per il coordinamento delle norme sulla valutazione degli alunni.

Nella valutazione degli alunni sia del primo ciclo sia del secondo si parla sempre di valutazione delle discipline di studio da una parte e di valutazione del comportamento dall’altra.

Per la promozione occorre ottenere la sufficienza sia nelle discipline di studio (in ciascuna) sia nel comportamento. Non si parla mai di media dell’uno e dell’altro, con conseguente esclusione di interazione e compensazione reciproca. Un buon voto di comportamento non salva, quindi, due o tre insufficienze, né voti alti negli apprendimenti eliminano il cinque in condotta.

Per gli ottisti che passano direttamente dal quarto anno di corso all’esame finale della maturità, il voto di comportamento deve essere almeno di otto decimi e va ad aggiungersi ai singoli voti molto positivi delle singole discipline. Non fa media.

Una sola situazione, forse, fa pensare alla media. È quella dei crediti scolastici per i quali l’articolo 4 dello schema di regolamento prevede che “La valutazione del comportamento concorre alla determinazione dei crediti scolastici e dei punteggi utili per beneficiare delle provvidenze in materia di diritto allo studio“.

È una formulazione non molto esplicita, ma si può pensare che in quei casi il comportamento venga considerato alla stregua di qualsiasi altra disciplina. Dunque, fa media, anche se non potrà incidere molto.