Il Tar non tratta più vertenze sulle graduatorie dei precari

Un paio di settimane fa la Cisl-scuola, in una lettera aperta indirizzata al Ministero dell’istruzione e al Tribunale amministrativo regionale del Lazio chiedeva ragione del silenzio del Tar, seguito alla sentenza della Consulta che aveva legittimato l’inserimento a pettine in graduatoria.

Secondo il sindacato sarebbe stato necessario un chiarimento sulle competenze del Tar in materia di organizzazione del lavoro, dopo che la Corte di Cassazione aveva riconosciuto tale competenza al giudice ordinario anziché al Tar. La Cisl aveva stigmatizzato sia il silenzio del Tar sia, nonostante l’incertezza circa la titolarità delle vertenze sulle graduatorie, la riattivazione del commissario ad acta che aveva imposto all’Amministrazione scolastica periferica di procedere agli inserimenti a pettine, pena la responsabilità penale per l’omissione.

Ora quel silenzio ha avuto una risposta. Anzi, la risposta c’era già stata a febbraio ma non era stata esplicitata in modo diretto e chiarificatore come pretendeva la Cisl-scuola.

Il Tar Lazio, con sentenza n. 1556 del 18 febbraio scorso, a ridosso delle pubblicazioni della sentenza della Corte costituzionale sugli inserimenti a pettine e della sentenza della Cassazione sulla competenza del giudice del lavoro su vertenze simili a quella degli inserimenti in graduatoria, aveva respinto un ricorso di un’insegnante che chiedeva, come avevano fatto tanti altri in precedenza con esito favorevole, di essere inserita in graduatoria di altra provincia non in coda.

Il Tar aveva motivato il diniego alla richiesta in quanto aveva ravvisato “la manifesta inammissibilità del gravame, per difetto di giurisdizione trattandosi di controversia concernente una graduatoria non costituente procedura concorsuale ed in quanto tale di competenza del giudice ordinario in conformità ai criteri adottati dal giudice della giurisdizione (Cassazione sentenza n.22805/2010)”.  

Il Tar, dunque, si è tirato fuori dalla controversia, riconoscendo che spetta al giudice ordinario trattare questioni di inserimenti in graduatoria. Ma allora il commissario ad acta che ci sta a fare?