Il primo decreto per la riforma/3: addio ai moduli?

Negli ultimi giorni è anche circolata su alcuni organi di informazione una bozza del primo decreto legislativo della riforma. Ma nel prossimo Consiglio dei ministri del 16 maggio verrà portato proprio quel testo? Se fossero fondati i dubbi avanzati sulla copertura finanziaria o se dovessero essere accolte dalla Moratti le richieste dell’Udc di “stemperare” il superamento dei moduli della scuola elementare, il testo finale del decreto potrebbe subire delle correzioni.
Sulla questione dei moduli, che riguarda direttamente circa 250 mila maestri di scuola elementare, la proposta del Miur, così come è stata riportata dalla stampa, prevede che nelle prime tre classi di scuola primaria il docente con funzioni di tutor svolga per 18 o 21 ore settimanali un’attività in presenza degli alunni affidati (su 27 ore complessive di lezione).
Quest’ipotesi, come si sa, non piace all’Udc che vede soprattutto in quella quantificazione di orario un elemento alternativo all’attuale organizzazione modulare, con la quale ci sono orari e funzioni paritari.
Si parla di una controproposta che vorrebbe cancellare la quantificazione rigida di 18-21 ore (basterebbe parlare di “orario congruo”) senza attenuare la nuova funzione di tutor e referente del docente coordinatore, che resta comunque un obiettivo primario della riforma. Inoltre, se la funzione di coordinatore non può che essere riconosciuta ad un solo “coach”, nulla vieterebbe di prevedere, per esempio, la suddivisione delle funzioni di tutor tra i docenti della classe con affidamento diretto di gruppi di alunni.