Il primo decreto attuativo cambierà. Parola dell’Anci

Si addensano nubi sull’iter del primo decreto attuativo della legge 53, che il Governo vorrebbe più spedito possibile. Dalla prima riunione tecnica della Conferenza Unificata Stato-Regioni-enti locali per esprimere il prescritto parere, svoltasi il 20 novembre, è venuta una pioggia di critiche.
Gli strali della Conferenza hanno riguardato le Indicazioni nazionali, il tempo mensa e la dotazione di organico, nonché il meccanismo degli anticipi. In generale sotto accusa è finita la carenza di risorse finanziarie per alimentare quanto previsto dalla riforma.
Ma andiamo con ordine. Le Regioni hanno contestato con un documento unitario gli allegati, da A a D, relativi alle Indicazioni nazionali per i piani personalizzati, che andrebbero oltre le competenze esercitabili dallo Stato invadendo la competenza delle regioni e degli altri enti territoriali. Le regioni avrebbero chiesto lo stralcio di tali allegati e il mantenimento della normativa vigente al riguardo. Stesso discorso per il tutor, ed il blindaggio delle sue ore, che limiterebbe l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
I Comuni sono usciti dall’incontro con la convinzione che l’articolato del decreto potrà essere modificato nelle parti in cui non risulta garantita la presenza degli insegnanti nel tempo mensa e la dotazione organica per assicurare un tempo scuola fino a 40 ore settimanali.
“Abbiamo proposto modifiche all’articolato – ha detto Massimo Nutini, rappresentante Anci, in un faccia a faccia con il Prof. Bertagna svoltosi a Milano il giorno successivo alla conferenza – che non potranno non essere accolte integralmente se le tante enunciazioni di questi giorni rappresentano impegni seri e in buona fede e non mere dichiarazioni propagandistiche”.
Le proposte emendative dell’Anci tendono, tra l’altro, a modificare gli art. 7 e 10 della bozza di decreto, rendendo esplicita sia la presenza degli insegnanti nel tempo della mensa sia una definizione dell’organico d’istituto che assicuri non solo le attività didattiche ed educative (891 + 99 ore nella primaria e 891 + 198 nella secondaria) ma anche le attività del tempo mensa.
Pare che il Miur abbia “accolto con riserva” le proposte dell’Anci. Vedremo.