Il piede di argilla della formazione incentivata

La centralità del DL 36 per la scuola sembra essere, dunque, soprattutto la formazione del personale, al punto di prevedere la costituzione ex novo della Scuola di alta formazione dell’istruzione, posta sotto la vigilanza del Ministero dell’istruzione.

Gli obiettivi formativi sono definiti dalla Scuola che ne coordina la struttura con il supporto dell’INVALSI e dell’INDIRE avvalendosi di istituzioni accreditate dal ministero e deputate ad erogare la formazione continua.

La formazione ricomprende le competenze digitali e l’uso critico e responsabile degli strumenti digitali, anche con riferimento al benessere psicofisico degli allievi con disabilità e ai bisogni educativi speciali.

Per rafforzare tanto le conoscenze quanto le competenze applicative, sono parte integrante di detti percorsi di formazione anche attività di progettazione, tutoraggio, accompagnamento, guida allo sviluppo delle potenzialità degli studenti volte a favorire il raggiungimento di obiettivi scolastici specifici, e attività di sperimentazione di nuove modalità didattiche.

Come previsto nel DL 36 presentato dal Governo Draghi, “I costi della formazione sono allineati agli standard utilizzati per analoghi interventi formativi finanziati con risorse del Programma Operativo Nazionale”.

Proprio gli standard previsti per il PON costituiscono il piede d’argilla del livello qualitativo del complesso sistema formativo del personale.

I compensi orari previsti per gli esperti che devono essere di alto livello di competenza sono di entità troppo modesta. Dall’importo massimo “lordo Stato” (70 euro) al “lordo personale” (52,75 euro) il compenso netto si riduce a poche decine di euro (30-35 euro). Per non parlare dei compensi per i tutor, che non arrivano ai 15 euro netti l’ora.

Compensi che non attireranno certamente gli esperti migliori e più preparati, a tutto danno della formazione finale degli insegnanti.

Con questi vincoli sono stati già spesi molti miliardi di euro del PON Scuola, di cui non sono mai stati resi pubblici i risultati. Che non devono essere incoraggianti se si pensa che in questi anni le Regioni del Sud che ne hanno maggiormente beneficiato non sembrano aver colmato i divari di partenza.

Sicuri che si voglia impostare tutta la formazione in servizio degli insegnanti, con la costituzione della Scuola di alta formazione dell’istruzione e quant’altro, avvalendosi di parametri vincolanti che terranno lontani gran parte dei soggetti in grado di apportare qualità?

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