Concorsi addio alla prova a crocette e non solo

Come già annunciato dal ministro Bianchi, che probabilmente ha considerato anche il bilancio non lusinghiero del concorso ordinario tuttora in fase tormentata di svolgimento, per i futuri concorsi si cambia, ancora una volta.

Per i prossimi concorsi infatti viene prevista negli emendamenti che potrebbero essere approvati al Senato una prova scritta con più quesiti a risposta aperta per i concorsi che saranno banditi a partire dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, volta all’accertamento delle conoscenze e competenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso o tipologia di posto per la quale partecipa, nonché sulle metodologie e le tecniche della didattica generale e disciplinare, sull’informatica e sulla lingua inglese.

Addio, dunque, alla prova scritta con risposte multiple (a crocette).

Nella prova orale si dovranno accertare, oltre alle conoscenze disciplinari, le competenze didattiche e l’abilità nell’insegnamento.

Tra i requisiti richiesti per partecipare ai futuri concorsi viene richiesto, oltre al possesso della laurea magistrale e alla specifica abilitazione, anche l’aver prestato almeno tre anni di servizio in scuole statali nell’ultimo quinquennio: la partecipazione al concorso è in ogni caso consentita a coloro che, fermo restando il possesso del titolo di studio necessario con riferimento alla classe di concorso, hanno svolto, entro il termine di presentazione delle istanze di partecipazione al concorso stesso, un servizio presso le istituzioni scolastiche statali, di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, di cui almeno uno nella specifica classe di concorso o nella tipologia di posto per la quale si concorre, nei cinque anni precedenti.

Se fosse da intendere come un requisito aggiuntivo di tratterebbe di una restrizione inspiegabile che escluderebbe migliaia di giovani, costretti a diventare preventivamente precari per alcuni anni prima di potere accedere ai concorsi.

Una restrizione che, comunque, scatterebbe dopo il 31 dicembre 2024, sperando che nel frattempo vengano indetti nuovi concorsi. Poi, rien ne va plus.

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