Formazione degli insegnanti obbligatoria anche per i precari: va pagata
Il Tribunale del lavoro di Treviso ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del merito a “risarcire” un insegnante precario che dal 2019 a oggi non aveva ricevuto i 500 euro previsti dalla Carta del docente per quelli di ruolo, pur avendo insegnato come supplente fino alla fine dell’anno scolastico per cinque anni consecutivi: totale 2.500 euro.
Il Tribunale ha infatti accolto il ricorso presentato dai legali dell’Anief, sindacato da sempre impegnato a combattere le sue battaglie più nelle aule dei tribunali che sui tavoli contrattuali. Questa volta però il sindacato di Marcello Pacifico aveva dalla sua parte una sentenza del Consiglio di Stato che aveva chiarito che, dal momento che la Legge 107/15 ha stabilito che la “formazione è obbligatoria, permanente e strutturale” escludere da essa i precari con supplenza annuale “collide con i precetti costituzionali degli artt. 3, 35 e 97 Cost., sia per la discriminazione che introduce a danno dei docenti non di ruolo (resa palese dalla mancata erogazione di uno strumento che possa supportare le attività volte alla loro formazione e dargli pari chances rispetto agli altri docenti di aggiornare la loro preparazione), sia, ancor di più, per la lesione del principio di buon andamento della P.A.”. Anche la Corte di Cassazione era intervenuta sull’argomento, prevedendo che la Carta docente spetta ai docenti non di ruolo che ricevano incarichi annuali fino al 31 agosto o incarichi fino al termine delle attività di didattiche (30 giugno).
Anche altri sindacati hanno promosso azioni con risultati simili, ad ogni modo va riconosciuto che, questa volta, l’Anief (i cui legali hanno peraltro portato a supporto del loro ricorso anche altre sentenze della Corte di Giustizia europea e della Cassazione italiana) ha ingaggiato e vinto una battaglia giusta, perché la legge 107, comma 124, aveva parlato chiaro in materia di formazione, definendola “obbligatoria, permanente e strutturale” per tutti i docenti di ruolo, mentre il Consiglio di Stato ha giustamente esteso l’applicazione della norma anche ai precari con supplenze annuali. L’assegnazione a questi ultimi dei 500 euro all’anno previsti dalla Carta dei docenti proprio a sostegno della formazione/autoformazione, appare dunque pienamente giustificata.
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