Il Mezzogiorno non ama il tempo pieno

Il tempo pieno, invocato dalle madri napoletane sabato scorso, a Napoli nel 2003-04 era fermo all’1,4% (1,3% le classi a tempo pieno) ed è rimasto su quei valori fino al 2006-07, quando il ministro Fioroni ha voluto un progetto specifico di espansione per la capitale partenopea.

Ora la percentuale complessiva di alunni napoletani in classi a tempo pieno è salita al 9,3% (9,0% le classi). Ma, se si guarda alle singole classi, si può rilevare un’ascesa costante di iscritti al tempo pieno: nel 5° anno di corso sono il 4%, nel 4° anno il 7%, nel 3° il 10,9%, nel 2° il 12,2% e nelle prime classi di quest’anno il 12,6%. Si può prevedere che nel prossimo anno la percentuale di iscritti al 1° anno raggiungerà e supererà il 13%.

E nelle grandi città che accoglienza ha il tempo pieno?

Nel 2003-04 Palermo aveva la stessa percentuale di Napoli (1,4%), ma, a differenza di Napoli, quest’anno la percentuale è soltanto del 4,5%.

Nel Mezzogiorno Bari era allora al 3,5%; ora è al 12,7%. L’incremento maggiore in quel territorio l’ha avuto Cagliari, passato dal 9,4% del 2003-04 al 29,9% di quest’anno.    

Milano, che già aveva il primato con l’85,2%, quest’anno è arrivato al 90,4%; è seguita da Torino stabile tra il 69,9% (nel 2003-04) e il 68,9% (quest’anno). Sugli stessi valori attuali di Torino anche Firenze (cresciuta di 10 punti in percentuale) e Roma (cresciuta di 12 punti).

Bologna, cresciuta di quasi due punti in percentuale rispetto al 2003-04, è ora al 59,1%; Genova, in aumento, è al 53,3%; Venezia al 47%.

Da questi sintetici dati si può ritenere che nelle metropoli e nei grandi centri urbani il tempo pieno cresce maggiormente, soprattutto a causa di problematiche organizzative delle famiglie, in una logica anche assistenziale.