Il Mezzogiorno avrà 2.200 posti di docente in meno alle superiori

Gli organici della scuola secondaria hanno avuto un’evoluzione diversa dagli altri settori scolastici, perché le variazioni di popolazione scolastica hanno registrato negli ultimi dieci anni un andamento completamente diverso sia nel Mezzogiorno che nelle aree settentrionali.
Dal 2000 in poi, anche per effetto del primo innalzamento dell’obbligo introdotto con il ministro Berlinguer, il sud ha recuperato alla scolarizzazione molti ragazzi che in precedenza concludevano la loro formazione scolastica con la licenza media.
Nell’ultimo decennio tutte le regioni hanno fatto segnare complessivamente valori positivi nella variazione di studenti iscritti alle superiori. Conseguentemente, l’organico degli insegnanti si è conformato in modo omogeneo a queste situazioni. Ma negli ultimi due-tre anni la tendenza è cambiata e nelle aree meridionali il declino demografico, che già aveva pesantemente interessato i livelli scolastici inferiori, è arrivato anche alle superiori.
Dal 2006-07 al 2007-08 gli studenti sono diminuiti di 7.089 unità nel Mezzogiorno, mentre sono aumentati di 15.458 unità nel centro-nord. Si tratta di una inversione di tendenza di cui il MPI ha dovuto tener conto nella definizione dei nuovi organici del personale.
Nella logica di perequazione adottata quest’anno dal ministero non poteva, quindi, non esserci un’attenzione particolare a questa situazione, anche se l’intervento di perequazione è stato accompagnato, più qui che in altri settori, dagli effetti riduttivi della finanziaria.
Solamente il nord est nel complesso è uscito con modesti incrementi di organico (58 posti in più), mentre tutte le altre aree geografiche sono andate in passivo, con quelle del Sud che hanno perso complessivamente 1.417 posti e con quelle delle Isole 783.