Il maestro unico non è obbligatorio e forse ritorna il tutor

La proposta sul maestro unico in classi funzionanti per 24 ore settimanali è forse la più forte tra quelle presentate dalla Commissione della Camera: “in relazione alla scuola primaria del primo ciclo, sia previsto che l’attivazione di classi affidate ad unico docente, funzionanti per un orario di 24 ore settimanali, sia effettuata sulla base di specifiche richieste delle famiglie e siano garantiti gli insegnamenti specialistici di religione e di inglese;

La formulazione del testo della legge 169/2008 sembrava lasciare poco spazio ad una interpretazione di non obbligo di attivare il docente unico; lo stesso piano programmatico non si era spinto ad occupare il poco spazio interpretativo per sancire la facoltatività di scelta. Lo fa, invece, il parere della Commissione che subordina l’attivazione di classi con orario di 24 ore (e con docente unico) alla domanda delle famiglie. No richiesta, no docente unico.

E i risparmi? Il piano programmatico non li aveva quantificati, come ha osservato la Commissione bilancio della Camera e, quindi, non sono né annullati né confermati.

La Commissione ha confermato, dunque, l’ampia possibilità di scelta delle famiglie (24, 27, 30 o 40 ore settimanali per la primaria) come aveva già affermato il piano programmatico, ma ha aggiunto un “mantenendo la figura dell’insegnante prevalente, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 59″ che sarebbe una novità organizzativa destinata a rinfocolare la polemica sul tutor.

Il decreto legislativo 59/2004 non parla di docente prevalente, ma sostanzialmente lo identifica nel docente tutor a cui avrebbero dovuto essere affidati diversi compiti organizzativi, relazionali e di coordinamento con conseguente maggior orario di presenza con gli stessi alunni di una medesima classe. Ma quella figura di docente tutor-prevalente è stata disapplicata nel luglio 2006 da un intervento contrattuale. Per ripristinarla forse al Miur stanno pensando anche di blindare il regolamento vietando al sindacato di disapplicarlo nuovamente.