Il declassamento dei contratti stipulati dai diplomati magistrali

La scuola nel DL ‘dignità’/4

La prima parte del provvedimento di ‘salvataggio’ dei vecchi diplomati magistrali ex-GAE riguarda i docenti di scuola dell’infanzia e di scuola primaria che, pur essendo stati ammessi con riserva in Gae, avevano stipulato un regolare contratto di lavoro, per alcuni (circa 7.500) a tempo indeterminato e per altri (alcune decine di migliaia) a tempo determinato con supplenza annuale o fino al termine delle attività.

Il salvataggio avviene all’insegna della trita formula “al fine di salvaguardare la continuità didattica nell’interesse degli alunni”.

Il salvataggio diventa di fatto un declassamento, e non per tutti (comma 1bis dell’articolo 4).

Per i diplomati magistrali ex-gae, che erano entrati in ruolo con un contratto a tempo indeterminato (stipulato con riserva), dal 1° settembre 2018 il loro contratto viene trasformato in contratto a tempo determinato fino al termine delle attività didattiche (30 giugno 2019). Dal 2019-20 si vedrà.

Per altri diplomati magistrali ex-gae, che avevano stipulato un contratto a tempo determinato (con riserva) con supplenza annuale (cioè fino al 31 agosto 2018), dal 1° settembre il loro contratto viene trasformato in contratto a tempo determinato fino al termine delle attività didattiche (30 giugno 2019). Anche per loro dal 2019-20 si vedrà.

Il declassamento dal ruolo o dalla supplenza annuale diventa supplenza fino al termine delle attività didattiche.

Il comma 1bis di salvataggio prevede, dunque, le due tipologie sopra evidenziate, ma nulla dice circa i tanti diplomati magistrali ex-gae che avevano stipulato un contratto a tempo determinato (sempre con riserva) fino al 30 giugno 2018. Per loro (e sembra che siano la maggior parte degli ex-gae) silenzio assoluto e delusione evidente.

È quanto emerge dal testo ufficioso approvato dalla Camera. A meno che il Senato non voglia tentare un recupero per gli esclusi.