Il bilancio sociale scolastico

Riceviamo questa lettera dal lettore Domenico Carbone, e volentieri la pubblichiamo.

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Il bilancio sociale scolastico

Un modo nuovo per rendere conto

Le recenti linee guida alla progettazione del servizio scolastico(GPSS),la elaborazione del sistema di valutazione della Dirigenza Scolastica da parte dell’INValSI e le nuove forme della rendicontazione attraverso il bilancio sociale costituiscono elementi attuali e sufficienti per introdurre nel pianeta Scuola il concetto di responsabilità sociale.

In tal senso la responsabilità non riveste natura giuridica, ma comporta il dovere della risposta che un organismo di alto valore sociale come la Scuola consegna ai portatori di interesse(studenti,famiglie,docenti,non docenti,comunità circostante ed altri c.d.stakeholders).

Con il GPSS, si introduce uno strumento di supporto al processo di valutazione delle scuole e degli stessi dirigenti scolastici attraverso analisi dei processi, dei risultati e della soddisfazione del ciclo formativo,da cui emergono i punti di forza e di debolezza di ciascuna scuola.

L’importanza degli indicatori sociali in sede di predisposizione dell’offerta formativa; la integrazione del POF con la programmazione territoriale in occasione della fase di progettazione; la considerazione del successo formativo e lavorativo degli ex alunni nell’ambito della valutazione dei più complessivi esiti formativi; la natura di comunicazione sociale assunta dalle varie forme di diffusione del profilo istituzionale e di pubblicità data alla piattaforma pedagogica e alle decisioni scolastiche sul piano organizzativo, sono soltanto alcuni riferimenti per intravedere nella Scuola una entità sociale,non nuova ma da riscoprire nella sua proiezione territoriale.

Lo stesso metodo di valutazione dei dirigenti è coerente con la filosofia di fondo del GPSS. Il nuovo sistema messo a punto dall’INValSI, inizialmente basato sulla esigenza di controllare l’attività dirigenziale in senso tradizionale, è stato fondato sull’idea,non già di risultati assoluti,ma relativi, corrispondenti,cioè,al valore aggiunto apportato dal capo d’istituto alla situazione di partenza.

Il terzo elemento,pur traendo l’origine dalla diffusione dei bilanci sociali anche nel settore delle istituzioni pubbliche, assume, come dimostrano le esperienze effettuate in alcune scuole-pilota (Ist. Mairano di Presezzo,per es.), connotazioni particolari dei processi e dei risultati formativi,al punto da potersi considerare un documento di grande rilievo strategico. Con il superamento,infatti,della forma (timbro e firma) a favore della sostanza dei risultati conseguiti, anche o soprattutto le Scuole, con il D.I 44/2001, hanno adottato con successo il passaggio dalla spesa storica alla spesa standard, dagli stanziamenti di spesa agli interventi per progetti, dalla sacralità del bilancio,in definitiva, agli investimenti formativi. Tanto perché i tradizionali bilanci di esercizio non costituiscono uno strumento sufficiente a rendere conto dell’operato di una gestione pubblica. I dati di un rendiconto finanziario non leggono compiutamente l’attività e i risultati di un servizio pubblico dal punto di vista del cittadino-utente,sempre più attento ai livelli di prestazione realizzati rispetto alle aspettative, e non alle liturgie dell’ autoreferenzialità istituzionale.

Il bilancio sociale sembra rispondere in modo nuovo ed efficace a questa crescente esigenza di trasparenza e di comunicazione all’esterno delle scelte e dei risultati raggiunti (A.Tanese). Soltanto con le analisi sociali di bilancio,con metodi intranumerici, possono emergere elementi incidenti sul merito scolastico e sul successo formativo, come il possesso di libri, la qualità della mensa, dei trasporti, del tempo libero e degli interessi extrascolastici, così come soltanto con valutazioni extra-contabili possono appurarsi i motivi dei deficit di integrazione sociale dei disabili o degli stranieri o di altri svantaggiati sociali. Le stesse ragioni valgono per approfondire l’esame di argomenti,pur rilevanti nel campo giovanile,dalla partecipazione civile alla cittadinanza attiva, dallo orientamento scolastico o professionale alla internalizzazione degli studi.

Si tratta,in altri termini,di esplicitare in un dialogo aperto con la comunità di riferimento il modo in cui ciascuna Scuola interpreta il proprio ruolo e assume le proprie responsabilità.

Domenico Carbone (già funzionario nel P.S. di Foggia,docente Auselda per Corsi per Revisori dei Conti delle scuole di Puglia e Basilicata)

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