Il bilancio delle scuole: i soldi dei genitori

Molte sono le domande che la nota ministeriale suggerirebbe, data la ricchezza di innovazioni contabili e lessicali che contiene. Fra le tante quella principale riguarda l’effettivo coinvolgimento dei genitori nelle vicende scolastiche. Il Miur si augura “che le disquisizioni tecnico contabili sulle modalità di gestione della cassa e dei bilanci non siano di prioritario interesse dei genitori”.

Puntuale la replica del presidente dell’A.Ge Toscana: “I figli sono nostri e nostri sono anche i fondi, in quanto i genitori sono i principali finanziatori delle scuole dopo lo Stato, per cui è nostro precipuo interesse vedere come sono utilizzate queste risorse e con quale ricaduta sui nostri figli”.

Giova precisare che il contributo volontario versato dai genitori è prassi comune nelle scuole, costituisce una voce di bilancio prevedibile nei tempi di incasso e serve a finanziare l’ampliamento dell’offerta formativa.

Poiché i genitori rappresentano oltre un terzo dei membri dei Consiglio di Circolo e di Istituto, appare doveroso che, approvato con il loro voto determinante il piano dell’offerta formativa che, annualmente, ciascun istituto decide autonomamente, siano coinvolti e partecipi delle decisioni di politica scolastica dell’istituto, ed in primo luogo di quelle finanziarie.

In questo quadro dialettico potrebbe essere opportuno che il Miur inviti i dirigenti scolastici a rendere noto ai genitori che si apprestano a scegliere la scuola dove iscrivere i loro figli le forme e le modalità di utilizzo dei contributi che “volontariamente” verseranno. Sarebbe un bel segnale in un momento che non brilla per trasparenza.