I puntelli della riforma/2

In primo luogo, la (affrettata) abrogazione della legge 9/1999, che annualmente obbligava circa 40 mila ragazzi a rimanere a scuola per un anno in più, ha creato un vuoto – determinato dalla mancata regolamentazione della fase di passaggio con una norma transitoria – che ha richiesto il puntello dell’intesa con le Regioni per lanciare ai ragazzi (che non hanno l’obbligo di aderirvi) un percorso triennale di formazione. Si cerca così di tamponare l’immediato in attesa dell’attuazione della riforma. Basterà?
In secondo luogo, il decreto legislativo che avrebbe dovuto a settembre avviare il nuovo ordinamento nella scuola primaria si è perso sui tavoli del Consiglio dei ministri, e la Moratti, stando a notizie di stampa, si preparerebbe a lanciare in piena estate un progetto nazionale di avvio anticipato dei soli nuovi contenuti didattici, non obbligatorio (della serie, “fate quel che volete, ma fatelo”) per le classi che avrebbero dovuto fare da apripista per la legge 53/2003.
E le iscrizioni per gli anticipi nella scuola dell’infanzia? Sospese e lasciate decantare.