I puntelli della riforma/1

Il Governo con l’approvazione della riforma della scuola ha portato a casa un rilevante risultato politico. Il passaggio dalla fase ideativa a quella attuativa richiede, però, adeguate politiche di sviluppo per l’istruzione. E qui la compagine guidata dal premier Berlusconi si sta finora dimostrando carente.
Il ministro Moratti tocca con mano come il passaggio dalle parole ai fatti sia faticoso, difficile e non sempre coronato da successo.
Fare la riforma, legislativamente parlando, è stato tutto sommato facile e breve (grazie anche a un’ampia maggioranza); fare la riforma, nel senso attuativo del termine, non è facile e non sarà breve.
Settembre, settembre: fino a poco tempo fa era questo l’annuncio un po’ troppo enfatico. Ora settembre è alle porte, ma l’avvio organico della riforma, più volte promesso, si allontana ogni giorno di più.
Ci sono i conti da fare con le risorse finanziarie, con i partner di maggioranza, con le parti sociali, con le autonomie locali, con la fattibilità dei primi cambiamenti. La riforma è tutta di là da venire, anche se non si può ancora parlare di insuccesso. Quello che il ministro sembra ora aver capito è che una riforma di tutto ha bisogno fuorché di fretta. E, in attesa di ritrovare tempi e modi più appropriati per attuarlo, ha dovuto cominciare a puntellare il suo progetto. Vediamo come.