I nuovi limiti di obbligo scolastico, tra dubbi e confusione

A quale età scatta l’obbligo di iscrizione alla prima elementare (o primaria) per il prossimo anno?
L’obbligo scolastico inizia da quest’anno a sei anni compiuti. Prima di quell’età, non essendoci più la “primina”, esiste soltanto la possibilità dell’anticipo di iscrizione. Sembra tutto semplice ma la nuova norma sta creando qualche complicazione in sede di iscrizione. Vediamo perché.
La legge di riforma ha fornito un’interpretazione definitiva sull’esatta formulazione di inizio dell’obbligo scolastico, precisando che esso riguarda i bambini che abbiano compiuto i sei anni di età entro il 31 agosto. La normativa precedente parlava di inizio dell’obbligo dal sesto anno di età, e le disposizioni amministrative avevano considerato valido il compimento dei sei anni entro il 31 dicembre. Da moltissimo tempo, quindi, si consideravano obbligati i nati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre. La legge 53/2003 ha invece fissato un termine preciso per definire l’età d’obbligo: il 31 agosto, in modo che gli alunni che vanno a scuola abbiano effettivamente compiuto i sei anni.
Da quest’anno, quindi, sono obbligati ad iscriversi in prima i bambini che compiano i sei anni tra il 1° settembre 2003 e il 31 agosto 2004.
A dir la verità i bambini di sei anni compiuti tra il 1° settembre 2003 e il 31 dicembre 2003 sono già a scuola, perché considerati obbligati dalla precedente normativa.
Si svuoteranno quindi le classi? No, perché “in entrata” vanno considerati i bambini che si avvarranno dell’anticipo di iscrizione: infatti coloro che compiranno sei anni dopo il 31 agosto 2004 e comunque entro il 28 febbraio 2005, pur non obbligati, avranno diritto di chiedere l’iscrizione anticipata.
In proposito risulta che in qualche scuola non vogliano accogliere bambini che compiono sei anni dopo il 31 agosto 2004, in quanto non obbligati. Non è così, perché la possibilità di iscrizione anticipata nella scuola primaria è un diritto cosiddetto potestativo che obbliga l’amministrazione scolastica ad accoglierlo. Le famiglie possono, dunque, esercitarlo o meno, ma la scuola ha l’obbligo di darvi soddisfazione.