Obbligo scolastico a 18 anni: le reazioni

La proposta della ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, di innalzare l’obbligo scolastico a 18 anni ha suscitato reazioni diverse tra i sindacati della scuola, ma nel complesso è stata accolta con favore.

Per la Cgil, portare l’obbligo scolastico a 18 anni “sarebbe una scelta importante e giusta” ma crediamo, spiega il segretario generale scuola, Francesco Sinopoli, che la ministra dell’Istruzione, “per essere coerente, avrebbe dovuto, prima di iniziare la semplice sperimentazione dei licei e degli istituti tecnici a 4 anni, avviare una riflessione sui cicli scolastici e sui bisogni reali della scuola rispetto agli obiettivi, che sono aumentare l’inclusione e superare le diseguaglianze, missione che peraltro la scuola dovrebbe sempre avere“.

Favorevole anche Pino Turi, segretario generale Uil Scuola: “Ogni elemento che alzi l’obbligo scolastico non può che essere positivo, l’importante e che ci sia una effettiva crescita culturale“.

Perplessa invece Maddalena Gissi (Cisl scuola), secondo la quale “l’innalzamento dell’obbligo scolastico non è la priorità, sono più importanti i contenuti. Spero non ci sia la volontà – ha sottolineato – di rimettere in gioco la scuola solo sotto un profilo di facciata“.

L’Associazione nazionale presidi si è detta d’accordo con l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni ma chiede “un reale potenziamento qualitativo dell’offerta formativa e non solo quantitativo“.