I funambolismi della sinistra emiliana

La politica ci ha allenati a qualsiasi funambolismo. Tuttavia in pochi se ne sono accorti, ma difficilmente potranno venir superati i traguardi raggiunti dalla sinistra emiliana con la recente legge regionale sulla scuola.

In pratica, la maggioranza regionale ha detto tutto e il suo contrario. Hanno criticato aspramente la riforma Moratti, con discorsi e documento finale, ma hanno giurato di restare dentro la riforma. In contemporanea ammettono che la loro legge è “politica e alternativa” ed ha punti diversi (di scontro?) rispetto alla legge nazionale.

A Roma giorni prima hanno però sottoscritto un importante accordo quadro che impegna ad applicare la riforma Moratti su piste di lavoro diverse da quelle della legge regionale.
Ad esempio, con l’accordo, l’Emilia è impegnata ad organizzare corsi triennali con qualifiche valide a livello nazionale per i ragazzini che lo vorranno subito dopo le medie. Dopo i 14 anni, come in Lombardia, per intenderci. Nella legge emiliana, appena fatta con grancassa e applausometro, scrivono invece che dopo le medie, chi volesse andare nella formazione professionale, deve restare almeno un anno nel cosiddetto biennio integrato.
Le Province stanno già imponendo questa prassi con dei bandi ricattatori. Insomma, dopo i 15 anni, la linea del Piave educativa prescelta dalla sinistra per differenziarsi dalla Moratti, che peraltro punta a fare restare i ragazzi a scuola fino ai 18 anni o al raggiungimento di una qualifica. Hanno anche però scritto, dopo un tot di contumelie antimoratti (leggersi il documento del 25 giugno), che si impegnano ad applicare l’accordo, peraltro oggettivamente diverso dalla legge.
Qualche dirigente pubblico della scuola ha già dovuto ammettere che, pur sperando si mettano tutti d’accordo, nel dubbio debbono applicare la norma nazionale.

Come faranno a tenere i piedi in tutte queste scarpe accontentando anche la base e la Cgil? Magie politiche. Peraltro non capite dagli estremisti, per i quali questa legge di sinistra non è abbastanza di sinistra e minacciano perciò referendum abrogativi. Minaccia sterile, visti i fallimenti referendari.
Cosa non han capito costoro? Che la legge Bastico è pressocché priva di contenuti reali, a parte la linea del Piave citata, ma rappresenta un evento comunicativo, uno spot: Emilia contro Letizia. Nell’immaginario collettivo della sinistra c’è una legge alternativa. Di sinistra. Poco importa che sia vero, conta la rassicurazione dei seguaci. Naturalmente, per chi ci crede.

Gianni Varani
(consigliere regionale FI)