I Comuni rompono con la Moratti. Le Province no

La mancata previsione di specifici interventi finanziari di sostegno al nuovo obbligo scolastico previsto nello schema di decreto legislativo sul diritto-dovere ha determinato, come è noto, una pesante presa di posizione dell’Associazione dei Comuni italiani che ha dichiarato che “L’Anci non intende più partecipare alle riunioni in Conferenza Unificata sulla materia dell’istruzione fino a che non si daranno risposte precise sulla competenza e sulle risorse per l’estensione dell’obbligo scolastico, individuando il finanziamento complessivo ed il piano generale previsto dalla riforma“.

A dir la verità i maggiori oneri per l’estensione dell’obbligo ai ragazzi fino a 18 anni dovranno sostenerli le Province (che hanno competenza sull’istruzione secondaria superiore), anziché i Comuni (cui spettano gli oneri per la scuola dell’infanzia, elementare e media).

La presa di posizione dell’Anci ha quindi un valore politico e di principio e rappresenta un atto di solidarietà nei confronti delle Province.

Ma, a distanza di una settimana dall’annuncio di rottura, l’Anci è rimasta sola, perché proprio l’Upi, l’Unione delle province italiane, non ha assunto una analoga posizione, nonostante sia la diretta interessata alla questione.

La situazione è tra l’assurdo e l’imbarazzante: i Comuni protestano contro la Moratti e abbandonano la Conferenza unificata per sostenere la causa delle Province, ma queste ultime restano nella Conferenza unificata e non si associano alla protesta decisa a loro favore.

Ci sarà un ripensamento dell’Anci o dell’Upi?