Formazione e aggiornamento chiave di volta per le nuove Indicazioni?

Nel 2011 la legge 440/1997 destinata a finanziarie il fondo complessivo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi ha previsto una quota di quasi 7 milioni di euro (esattamente 6.981.666) per finanziare in particolare progetti promossi e realizzati a livello nazionale per le attività di formazione e aggiornamento del personale.

Quei 7 milioni avrebbero dovuto finanziare ben 17 progetti nazionali per il 2011: in media circa 400 mila a progetto.

Il plafond finanziario della legge 440, per anni una specie di pozzo di San Patrizio al quale si è fatto ricorso per attingere i finanziamenti necessari anche per assicurare la copertura di spesa di provvedimenti legislativi, negli ultimi tempi è stata ridimensionato, a causa delle note difficoltà di bilancio dell’Amministrazione. Nel 2005 per la formazione del personale fu prevista una quota di quasi 33 milioni, poi negli anni seguenti un costante il declino.

Per quest’anno potrebbero non essere confermati nemmeno quei 7 milioni per finanziare progetti nazionali per la formazione e l’aggiornamento del personale. E per il 2013 le previsioni non sono certo migliori.

Con queste premesse cosa ne sarà ora dei progetti nazionali che dovrebbero accompagnare il completamento della riforma degli ordinamenti della scuola secondaria superiore e le nuove Indicazioni per il primo ciclo?

È impensabile che non vi siano iniziative di formazione e aggiornamento a sostegno delle nuove Indicazioni. Ma con pochi spiccioli il progetto di formazione rischia di rimanere a livello virtuale o di produrre esiti minimali non adeguati alla miglior riuscita del cambiamento.

Se, nonostante le criticità di bilancio, il Miur dovesse reperire – come vivamente ci auguriamo – le necessarie risorse per sostenere in modo sostanziale la formazione, dovrà superare lo storico ostacolo, codificato dal Contratto Nazionale, della formazione come diritto, e non come dovere: “La partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento costituisce un diritto per il personale in quanto funzionale alla piena realizzazione e allo sviluppo delle proprie professionalità”.(art. 64 del CCNL).

In effetti, secondo il CCNL, la formazione non serve a sostenere l’innovazione o la qualificazione del sistema d’istruzione, ma il miglioramento della professionalità del personale.