Flc Cgil, le ragioni dello sciopero di domani

Promette almeno un milione di scioperanti in piazza per domani venerdì 12 dicembre la CGIL, con lo scopo di “rivendicare una terapia d’urto contro la crisi e per esprimere una netta critica ai provvedimenti messi in campo dal governo con un numero limitato di risorse per poche persone“.

Sarà uno sciopero generale, che vedrà l’organizzazione sindacale di Corso d’Italia manifestare isolata rispetto alle altre principali organizzazioni concorrenti, ma con il sostegno del sindacalismo di base, delle associazioni del precariato e del movimento studentesco, che nel mondo della scuola hanno una notevole rappresentanza, e avrà per slogan il motto “Contro la crisi più lavoro, più salario, più pensioni e più diritti”.

Per quello che riguarda il comparto scuola, le ragioni dello sciopero sono spiegate dal segretario generale della FLC Cgil, Domenico Pantaleo: “Quello che ci distanzia in modo netto dal Governo è il giudizio inaccettabile su un sistema di formazione tutto fatiscente per il quale si intende affermare una cultura aziendalista attraverso pesanti tagli e una forte privatizzazione, che significherebbe tornare indietro rispetto all’apprendimento garantito a tutti indipendentemente dalle condizioni economiche, sociali o fisiche. Il nostro obiettivo è che la Gelmini si fermi, prima di combinare altri danni, ed apra un confronto finalizzato a cambiare nel profondo i provvedimenti adottati. Altrimenti la mobilitazione continuerà anche dopo il 12 dicembre“.

Pantaleo tiene a precisare la maturità del sindacato, che alla protesta unisce anche la proposta, come testimonia il documento presentato lo scorso 3 dicembre, dal titolo Uscire dalla crisi investendo nella Conoscenza – Scuola.

Pantaleo auspica che sulle proposte del proprio sindacato si apra e allarghi il dibattito, “coinvolgendo insieme ai lavoratori anche genitori, studenti e tutti coloro che vogliono affrontare la discussione nel merito dei problemi“.

Il segretario della FLC Cgil, non nominandoli, trova il modo di concludere, con due riferimenti piuttosto diretti ai sindacati che non hanno proclamato lo sciopero, e al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che definisce la Cgil alternativamente come un sindacato conservatore o dello status quo: “Lo sciopero generale di venerdì non è (…) un atto identitario della Cgil, ma è stato proclamato per degli obiettivi. Abbiamo fatto proposte offrendo soluzioni, smentendo chi ci accusa di essere buoni solo a dire dei ‘NO’. Non ci sentiamo affatto né siamo conservatori, i conservatori sono da un’altra parte“.

Intanto Palazzo Chigi informa con un comunicato che oggi alle ore 13,00 il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, presiederà una riunione fra il governo e le organizzazioni sindacali del comparto scuola, nel tentativo, con ogni probabilità destinato a non sortire alcun effetto, di scongiurare lo sciopero di domani.