Fioroni: la scuola sopravvive alle sciocchezze dei ministri

Non ci sarà mai una “riforma Fioroni“. Lo ha detto l’attuale ministro della P.I., concludendo i lavori della consulta nazionale scuola della Margherita e deludendo, forse, il responsabile scuola di questo partito, Antonio Rusconi, che pochi minuti prima aveva auspicato la definizione di un grande disegno riformatore, di un “patto educativo di legislatura“.

Fioroni non vuole aggiungersi all’elenco dei tanti ministri che hanno tentato di legare la riforma generale della scuola al loro nome, per poi fallire sistematicamente sul piano operativo, dell’innovazione reale. Caso mai serve fare il contrario: partire dai fatti concreti, e non cedere alla tentazione di volare troppo alto, troppo al di sopra di una scuola che per fortuna, ha detto con convinzione, continua a lavorare e “sopravvive alle sciocchezze dei ministri“.

Tra le cose concrete sta in primo luogo il rafforzamento dell’autonomia delle scuole, superando l’assurda situazione, fin qui verificatasi, nella quale 3 revisori dei conti, che costavano 10.000 euro, vigilavano su bilanci di 6-7.000 euro, canalizzati in vari capitoli di spesa. D’ora in poi i bilanci saranno molto più consistenti, e con un solo capitolo in entrata e uno in uscita. In questo modo si dà senso e concretezza all’autonomia, e cresce la responsabilità degli attori locali, a partire dal dirigente scolastico.

Quanto agli ordinamenti, ha detto Fioroni, si trattava in primo luogo di ridare vita e ruolo all’istruzione tecnico-professionale nell’ambito dell’offerta di percorsi scolastici, e questo è stato fatto d’urgenza, con il decreto varato dal governo la scorsa settimana. Con altrettanto realismo va affrontata la questione dell’obbligo di istruzione: se si vuole fronteggiare con successo la dispersione, va ampliata e differenziata l’offerta di percorsi, al di là di quelli scolastici tradizionali. Quanto a contenuti e obiettivi, Fioroni ha annunciato la radicale revisione delle “Indicazioni nazionali“, talmente rigide e dettagliate da porsi come una sorta di “pedagogia di Stato“: entro un mese saranno fornite alle scuole alcune Linee guida essenziali su saperi, competenze e abilità chiave. Spetterà poi alle scuole e ai docenti di elaborare con autonomia e responsabilità i piani di studio per gli allievi.